13 Marzo 2006 - Conferenza Stampa
"Angel-A"
Intervista al regista e al cast.
di Ilaria Ferri


In sala presenti: il regista Luc Besson e l'attrice protagonista Rie Rasmussen.
Besson, regista francese conosciuto in tutto il mondo, presenta il suo decimo film insieme alla sua musa ispiratrice, Rie Rasmussen, sconosciuta in Italia, è una donna molto bella e di spirito; innamorata del neorealismo italiano e di Fellini (durante la nostra chiacchierata ha nominato "La dolce vita" e "La terra trema" talmente tante volte che viene da chiedersi se abbia visto solo quelli….) e appassionata anche d'arte e fotografia, afferma di voler diventare sceneggiatrice e regista, ha già all'attivo alcuni cortometraggi. Ecco alcuni dei momenti salienti dell'incontro con i due.


Il suo film ha un forte assunto teologico, oltre a ricordare molto "Il cielo sopra Berlino" lancia un messaggio forte ovvero: trovare Dio nell'altro. Come le è venuto in mente di fare questo film? Conosce studi sugli angeli?
Luc Besson: no, non ne conosco, quello che in realtà volevo mostrare è l'angelo che c'è dentro di noi. Volevo mostrare la dualità che ci contraddistingue, con i due personaggi: lei alta, bella e sicura di sé, lui piccolo, bruttino e profondamente insicuro, a disagio con se stesso. Lei è il riflesso di lui com'è dentro. In tutti noi c'è dualità, c'è l'angelo e il demone, se ci mettessimo davanti ad uno specchio per qualche minuto, quale parte di noi ci osserverebbe? Oggi la società ci impone di essere belli e ricchi, ma la realtà è ben diversa, bisogna imparare ad accettarsi.

Come siete arrivati a fare questo film insieme?
Rie Rasmussen: ho girato alcuni cortometraggi per la società produttrice di Luc, poi ci siamo incontrati a Cannes e quindi Luc ha deciso di mandarmi la sceneggiatura, prima in inglese, l'ho letta e mi è piaciuta tantissimo, quindi poi me l'ha rispedita in francese, anche se io non lo conoscevo molto bene… alla fine però ce l'abbiamo fatta ed è stato molto bello.

La scena finale potrebbe essere vista come un estremo atto d'amore di Dio verso di lui, il dono dell'amata, per ricompensarlo del suo cambiamento?
Luc Besson: non è proprio così, lui non si accetta e lei non conosce il suo passato, l'unico modo per interagire è che Angela ridoni la libertà ad André e che lui le doni un futuro. Egli, anche se ha sbagliato tanto, diventa capace di un atto d'amore.
Rie Rasmussen: è André stesso che la "crea" col suo amore, riuscendo ad accettare se stesso è in grado di offrirle un futuro sulla terra.

Tornando al dualismo, anche Luc Besson ha due proiezioni di se stesso, una più romantica e una d'azione?
Luc Besson: ogni cineasta è prima di tutto un artista, dopo tanti film di portata mondiale il mio desiderio più grande era di tornare a girare un piccolo film. Quando i tuoi film hanno successo ti vengono proposti progetti con budget sempre più alti, ma non è detto che si debbano fare film sempre più maestosi man mano che si va avanti con la propria carriera, ci si può anche soffermare a fare qualcosa di più personale. Sono quattro anni che sto lavorando ad un film di animazione, circondato da computer vari, ero davvero stanco, desideravo tantissimo tornare al Cinema.
Rie Rasmussen: lavorare con Luc a questo film è stato bello proprio per questo, giravamo per Parigi con una piccola troupe da film indipendente, è stato molto piacevole. In più io, Jamel e Luc eravamo gli unici ad aver letto tutta la sceneggiatura e quindi gli unici a sapere come sarebbe proseguita la storia, ogni giorno la curiosità del resto della troupe generava un clima di attesa molto stimolante.
Luc Besson: inoltre era molto tempo che Parigi non veniva ripresa in tutto il suo splendore sul grande schermo, era ora! Così anche l'ente del turismo francese mi ringrazierà… (risate N.d.R.)

C'è un gran numero di commedie legate alla figura degli angeli che scendono sulla terra in aiuto degli uomini, Angela ha qualcosa di Marlene Dietrich, è voluto? Perché è stata scelta un angelo "donna"?
Luc Besson: nessun riferimento ad altri film è intenzionale. Ho voluto che l'angelo fosse una donna perché si dice che in ogni uomo c'è il 51% dei geni maschili e il 49% femminili, volevo rappresentare un uomo che coglie la sua interiorità scoprendo questo 49% : André scopre che Angela è la personificazione della sua interiorità,quello che non riesce ad essere nella vita, da questo la sua battuta scherzosa "Ma allora dentro sono una baldracca bionda?" (risate N.d.R.).
Rie Rasmussen: sono fiera che come angelo sia stata scelta una donna! Da attrice posso dire che questo ruolo è stato molto divertente da impersonare, mi lasciava molto spazio, potevo essere civettuola e gesticolare tantissimo, potevo interpretare un'intera umanità, tutte le persone in cui Angela si è incarnata in trecento anni di missioni sulla terra!

Come immaginava gli angeli da bambino?
Luc Besson: non ho ricevuto un'educazione cattolica, quindi da bambino non ho mai pensato agli angeli, i miei dei erano il sole, il cielo, il mare.

Come mai ha scelto un attore algerino?
Luc Besson: perché è un ottimo attore, indipendentemente dalla nazionalità, sarebbe potuto essere di qualsiasi altro posto!
Rie Rasmussen: Luc ha unito nel suo film un attore islamico e un attrice danese per interpretare due personaggi che interagiscono e si innamorano, alla fine è un messaggio positivo e attualissimo no?



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