19 Ottobre 2008 - Conferenza stampa
"Albakiara - Il film"
Intervista al regista e al cast.
di Diego Altobelli

Presente il cast tra cui il regista Stafano Salvati, Davire Rossi, Laura Gigante, e Dario Bandiera.
Dopo il deludente "AlbaKiara", alla conferenza stampa che seguiva la proiezione ci si aspettava un atteggiamento più morbido da parte del cast e soprattutto da parte del regista Salvati. Il regista ci ha spiegato i motivi che hanno portato alla creazione del suo "AlbaKiara" e il complicato percorso di realizzazione. Un discorso interrotto soltanto dalla verve comica di Dario Bandiera, comico e rumorista, che in un'intuizione felice ha agguantato il microfono e regalato alle persone in sala dieci minuti di risate a suon di freddure e comicità. Cosa c'entra tutto questo con "AlbaKiara"? Nulla, ma quanto meno è servita a sciogliere l'imbarazzo lasciato dal film.


Stefano Salvati, ci parli del suo film. Che cosa voleva dire?
Stefano Salvati: Nelle notizie sui quotidiani e tra le chiacchiere delle persone, ci si accorge che in strada succedono cose molto strane, soprattutto nelle scuole e tra i giovani. Volevo realizzare un film che riflettesse la coscienza comune dei giovani d'oggi, che secondo me non si sentono rappresentati dai film dei vari Moccia e compagnia… Il lavoro è stato impegnativo: abbiamo intervistate moltissimi ragazzi dai 12 ai 16 anni e sono uscite cose a dir poco sconcertanti. Dopo essermi ripreso dallo shock iniziale, mi è venuto in mente di mettere tutti questi racconti in un film e raccontare una specie di favola nera. La mia "AlbaKiara", con la K, è il frutto della società di oggi.

Secondo lei, un film così "forte" e in un certo senso molesto, che effetti avrà sui giovani?
Stefano Salvati: Sono sicuro che arriverà il mio messaggio perché sono riuscito a parlare con i linguaggio dei giovani: ritmo, battute a raffica, un taglio di genere. Lo shock sarà forte, certo, come lo è stato per tutti quelli che hanno già visto il film. Abbiamo fatto dei Test, naturalmente, e il pubblico è rimasto unanimemente sbalordito. Mi ha ricordato dello stupore che provai quando mia madre mi leggeva Pinocchio.

Ecco, rimanendo su Pinocchio: sembra che in questo film, a differenza della favola di Collodi, qui non ci siano né responsabili né adulti. Come mai questa scelta?
Stefano Salvati: Non è vero che non ci sono responsabili o adulti, solo che nella mia favola i genitori dei vari ragazzi non sono presenti come nella realtà.

Davide Rossi, come ti sei calato nel ruolo?
Davide Rossi: Credo che il film sia molto attuale, anche se io in effetti non ho vissuto le esperienze viste nel film. Però alcune cose di quel personaggio mi rispecchiavano, come la mia esperienza da disc-jockey. Diciamo insomma che è stato abbastanza naturale…

Tornando alla sua ricerca tramite interviste: ce ne può parlare meglio?
Stefano Salvati: Non ho molto da aggiungere, se non che è cronaca recente e che quello visto nel film si può trovare su tutti i giornali. Ci sono ragazzini che in discoteca infilano la mano nei pantaloni delle ragazze mentre ballano!

Che tipo di esempio crede di dare ai giovani.
Stefano Salvati: Non me ne preoccupo. Ci sono molti film anche più brutti e pericolosi che possono essere scaricati in qualunque momento, quindi non vedo il problema per il mio.

Di personaggi positivi non ce ne sono, dunque, non crede che ci sia il rischio che il film possa risultare al pubblico come "un eccesso al contrario": ovvero una versione troppo distorta della realtà raccontata dai vari Moccia?
Stefano Salvati: No, affatto. Facendo un esempio, di Vasco dicevano peste e corna e che chi lo ascoltava era sicuramente un drogato. Credo che anche su questo film le idee che si faranno i critici saranno sbagliate.

Laura Gigante, come è stata scelta per questo ruolo?
Laura Gigante: In realtà dovevo fare solo una comparsa, poi sono stata notata, mi hanno fatto un colloquio e Stefano non ha avuto dubbi. Naturalmente mi ha fatto preparare molto per il film, mi ha fatto fare degli Stage di recitazione, e poco a poco sono diventata la Kiara del film.

Raz Degan, come è entrato nel ruolo di un poliziotto corrotto?
Raz Degan: E' stato molto divertente. Ho creato un mondo dove il mio personaggio potesse rifugiarsi e l'ho reso paranoico. Il mio personaggio è uno sfigato e mi è piaciuto smontarlo.

La conferenza si chiude tra la perplessità dei presenti. Buone le impressioni che hanno lasciato gli attori, che a conti fatti non si sono presi troppo sul serio, un pochino più agguerrito Stefano Salvati. Un film che al di là di tutto conferma la capacità del regista di possedere un buon senso del ritmo e delle idee, quantomeno, originali.

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