The ABCs of death I & II

The ABCs of death I & II

Ventisei registi, ventisei modi per morire...


di Francesco Lomuscio10 giugno 201616:01



Ventisei registi, ventisei modi per morire. Precisando che, in realtà, sono ventisette i nomi coinvolti, in quanto uno dei tasselli è frutto di una co-regia, si presenta così "The ABCs of death" (2012), opera collettiva costituita da brevi segmenti concepiti con soli cinquemila dollari ciascuno, ognuno dei quali atto a prendere una lettera dell'alfabeto come punto di partenza.
Un progetto nato, a quanto pare, dalla mente del collezionista neozelandese di pellicole in trentacinque millimetri Ant Timpson prendendo ispirazione da volumi tascabili di Angela Banner (pseudonimo di Angela Mary Maddison) usati negli anni Cinquanta per insegnare ai bambini l'abc.
Un progetto sperimentale che, coinvolto anche il texano Tim League, fondatore del Fantastic Feast di Austin, ha riscosso talmente tanto successo da generare immediatamente il sequel "The ABCs of death II" (2014).
Entrambi i lungometraggi sono resi disponibili su supporto blu-ray tricolore - e con booklet incluso nella confezione - tramite una limited edition a due dischi che Koch Media diffonde in custodia amaray inserita in slipcase cartonato per la sua collana Midnight Factory.

The ABCs of death

"A per Apocalypse" di Nacho Vigalondo pone in scena una donna che si avventa violentemente su un uomo in un letto, chiaramente in aria di apocalisse.
"B per Bigfoot" di Adrían García Bogliano si concentra sul racconto macabro dispensato da due giovani a una bambina, per poi approdare al massacro.
"C per Cycle" di Ernest Díaz Espinoza tira in ballo buchi dimensionali e salti nel continuum spazio-tempo.
"D per Dogfight" di Marcel Sarmiento inscena - quasi del tutto al ralenti - una lotta tra brutti ceffi e un cane come in una sorta di arena clandestina.
"E per Exterminate" di Angela Bettis mette a durissima prova gli spettatori aracnofobici.
"F per Fart" di Noboru Iguchi è un'assurda vicenda a base di flatulenze, tra gas espulsi e respirati.
"G per Gravity" di Andrew Traucki si costruisce interamente sulla soggettiva di un surfista in mare.
"H per Hydro Electric Diffusion" di Thomas Cappelen Melling sceglie la strada cartoonesca con probabili influenze dai lavori di Terry Gilliam e Jean-Pierre Jeunet per giocare con la moda del furry-fandom (mascherarsi con pelli di animali)
"I per Ingrown" di Jorge Michel Grau sfrutta una donna costretta da un aguzzino a morire lentamente in una vasca da bagno.
"J per Jidai-gechi" di Yudai Yamaguchi prende il termine utilizzato per definire i samurai movie e racconta su schermo un momento di hara-kiri.
"K per Klutz" di Anders Morgenthaler ricorre ai disegni animati per rendere protagonista un escremento mutatosi in un mostro.
"L per Libido" di Timo Tiahjanto è un campionario estremo di perversioni assortite in una gara a chi viene prima tra due tizi che si masturbano dinanzi a elementi più disgustose che eccitanti per evitare di finire impalati.
"M per Miscarriage" di Ti West usa un aborto spontaneo quale ingrediente disturbante di uno short decisamente crudele.
"N per Nuptials" di Banjong Pisanthanakun è quasi una barzelletta nel mostrare come un pappagallo appena regalato da un uomo alla sua fidanzata riveli qualcosa che non dovrebbe.
"O per Orgasmo" di Helene Cattet e Bruno Forzani è un pezzo di pura video-arte sull'argomento del titolo.
"P per Pressure" di Simon Rumley affronta la disperazione di una madre prostituta che accetta di prendere parte a un film piuttosto particolare.
"Q per Quack" di Adam Wingard vede lo stesso regista e lo sceneggiatore Simon Barrett impegnati a cercare di girare uno snuff movie immortalando l'uccisione di una papera.
"R per Removed" di Srdjan Spasojevic ricorre a sangue e frattaglie in evidente aria di metafora narrando di pelle umana usata come pellicola per realizzare film.
"S per Speed" di Jake West è un serrato on the road con evidenti echi dalla saga "Mad Max" e dal cinema meno nudo di Russ Meyer.
"T per Toilet" di Lee Hardcastle si costituisce interamente di plastilina animata per porre al proprio centro u bizzarro sciacquone assassino.
"U per Unearthed" di Ben Wheatley è la soggettiva di un essere appartenente ai succhiasangue messo in fuga da una folla inferocita.
"V per Vagitus" di Kaare Andrews è una storia futuristica di cyborg e controllo delle nascite con robot sparanti ed effetti visivi.
"W per WTF!" di Jon Schnepp è un anarchico agglomerato di clown, morti viventi, valchirie ed altre amenità.
"X per XXL" di Xavier Gens mostra la maniera decisamente raccapricciante in cui una donna in sovrappeso decide di dimagrire.
"Y per Youngbuck" di Jason Eisener conduce ad una vendetta ai danni di un bidello pedofilo.
"Z per Zetsumetsu" di Yoshihiro Nishimura chiude mettendo due donne l'una contro l'altra: una armata di enorme pene provvisto di lama di katana, l'altra capace di sparare verdure dalla vagina.

Con una sezione extra che, oltre a uno speciale di quattro minuti, un cortometraggio animato, trailer e galleria fotografica, ospita scene tagliate, dietro le quinte, making of, interviste e clip assortite in relazione a quasi tutti gli episodi dell'insieme.




The ABCs of death II

"A per Amateur" di E.L. Katz affronta con humour e splatter la figura del killer infallibile.
"B per Badger" di Julian Barrat riguarda un presentatore interessato a realizzare una trasmissione sull'influsso dell'inquinamento sui tassi.
"C per Capital punishment" di Julian Gilbey mostra la violenta esecuzione di un povero innocente.
"D per Deloused" di Robert Morgan privilegia truculenza e scarafaggi in stop motion.
"E per Equilibrium" di Alejandro Brugués testimonia cosa accadrebbe se una figura femminile comparisse tra due uomini finiti su un'isola deserta come Robinson Crusoe.
"F per Falling" di descrive le conseguenze del rimanere impigliati ad un albero con il paracadute per una soldatessa israeliana.
"G per Grandad" di Jim Hosking è una assurda commedia near con protagonisti un ragazzo e il proprio nonno.
"H per Head games" di Bill Plympton è un'altra escursione horror - a base di passione estrema - nell'animazione.
"I per Invincible" di Erik Matti allestisce una lotta all'ultimo sangue per un'eredità.
"J per Jesus" di Dennison Ramahlo pone al proprio centro - con non poca truculenza - la tematica dell'omofobia.
"K per Knell" di Kristina Buozyte e Bruno Samper regala una enorme massa liquida che fluttua in mezzo a due edifici.
"L per Legacy" di Lancelot Oduwa Imasuen viene orchestrato tra miti e leggende tribali.
"M per Masticate" di Robert Boocheck riguarda Sali da bagno che sono, in realtà, una droga in grado di scatenare impulsi zombeschi.
"N per Nexus" di Larry Fessenden descrive la morte nella maniera più crudelmente realista possibile in una serie di letali incroci stradali ad Halloween.
"O per Ochlocracy (Mob Rule)" di Hajime Ohata guarda a George A. Romero per occuparsi, ovviamente, di cadaveri a passeggio.
"P per P-P-P-P scary!" di Todd Rohal è un bianco e nero che si rifà in maniera evidente alle vecchie comiche.
"Q per Questionnaire" di Rodney Asher si concentra su un'impiegata alle prese con un test d'intelligenza dall'esito inadatto ai deboli di stomaco.
"R per Roulette" di Marvin Kren torna al bianco e nero per un noir in cui una donna e due uomini giocano alla roulette russa in uno scantinato.
"S per Split" di Juan Martínez miscela una conversazione al telefono tra moglie e marito e il massacro di una donna in casa.
"T per torture porn" di Jen e Sylvia Soska inscena un casting porno con sorpresa… da paura!
"U per Utopia" di Vincenzo Natali è un manifesto antirazzista collocato nel futuro.
"V per Vacation" di Jerome Sable è un pov a base di liquido rosso e infedeltà coniugale.
"W per Wish" di Steven Konstanski trasporta nel fantastico mondo infantile dei giocattoli.
"X per Xylophone" di Julien Maury e Alexandre Bustillo approda ad un raccapricciante epilogo dopo aver utilizzato la figura di una bambina che gioca con il suo xilofono accudita da una melanconica baby sitter.
"Y per Youth" di Socihi Umezawa sfrutta trasformazioni bizzarre e falli giganti per raccontare la ribellione di una adolescente giapponese nei riguardi dei propri genitori.
"Z per Zygote" di Chris Nash conclude atrocemente con una donna in dolce attesa e il bambino che le cresce dentro.

Insieme a trailer, spot televisivo e una featurette di due minuti, sono dietro le quinte, storyboard e gallerie fotografiche di quasi tutti i cortometraggi a rappresentare i contenuti speciali di questo secondo disco.

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