Slumming
Il tema di questo film austriaco in concorso al 56° Festival internazionale del cinema di Berlino si potrebbe definire anche come "il ricco, la maestra e l'ubriacone". Dalle prime sequenze in realtà veniamo a conoscenza di quest'ultimo, Franz Kallmann: ladruncolo, alienato, disturbatore della quiete pubblica ed infine, persino poeta. Presto le vicende dei personaggi si intrecciano, perché il giovanotto di cui sopra ha il vizio di rimorchiare le ragazze per le chat per dare loro appuntamenti di cui egli approfitta per fotografare con il cellulare le ignare fanciulle sotto il tavolo. E così per coincidenza incontra Pia.

Ma cos'è lo slumming, secondo quanto dice proprio questo annoiato figlio di papà? Consiste nel muoversi continuamente di locale in locale, per tutta Vienna, alla ricerca di posti, persone e sensazioni che non si avrebbe mai la possibilità di conoscere. Un misto tra turismo cittadino e ricerca etnografica metropolitana. Durante una di queste scorribande, peraltro piuttosto innocue, il giovane incontra Franz addormentato su una panchina, completamente ubriaco. Per fargli uno scherzo di pessimo gusto decide di portarlo oltre confine in Cecoslovacchia, dove lo abbandona di fronte ad una stazione ferroviaria. Così l'uomo si trova in una sorta di Slumming involontario. Alla base di questo film c'è proprio l'idea del viaggio come fonte non tanto di conoscenza quanto di liberazione interiore, di ricerca di sè. Come si può ben capire si tratta di un messaggio molto ambizioso che però non trova rispondenza in un film che a volte stenta a destare l'interesse dello spettatore e a decollare. Il tentativo di cercare corrispondenze, coincidenze e paralleli tra i tre protagonisti spesso arranca, fino ad arrivare ad un finale che, come insegna la tradizione, sembra risolvere ma senza spiegare fino in fondo. Sullo sfondo la città di Vienna, sempre coperta di neve e nelle orecchie le bislacche poesie del tenero, violento e miserevole Franz. Gli altri personaggi non sono molto sviluppati ed il giovane, ricco ed annoiato sembra più una pallida ombra di Tyler Durden piuttosto che un'entità dotata di una personalità ben definita. Ci sono tuttavia degli sporadici momenti di divertimento, dati sempre dal nostro ubriacone. Irresistibile ad esempio la sequenza degli gnomi da giardino sul lago ghiacciato. Ma a parte questo, non c'è molto più di sorprendente in un film onesto, ma altrimenti ben lungi dall'essere indimenticabile.

La frase: "Puoi essere sobrio da ubriaco. Io per una volta vorrei essere ubriaco da sobrio".

Mauro Corso

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