Si può fare l'amore vestiti?
Difficile abbattere i pregiudizi che circolano in un piccolo paese del sud. Gli sguardi che si abbattono sul nuovo arrivato sono un segno indelebile che graffia e resta addosso come una cicatrice. Spesso, però, scavando un po’ più a fondo, si possono leggere moti di solitudine, noia e curiosità che distraggono gli abitanti dalle proprie pene quotidiane. I pettegolezzi, così, aiutano a risollevare il morale di quanti cercano nello "studio ossessivo" dell’altro una possibile via di fuga dall’ordinaria desolazione. Aurora vive a Roma, professione sessuologa, e parallelamente ai sui studi campionari sulle dinamiche sessuali, la sua amica e coinquilina Alessandra si impegna in un viavai di testosterone anonimo. La telefonata dell’amica di famiglia Elsa avverte Aurora delle condizioni di salute precaria della mamma Francesca. Un attimo dopo, Aurora è sul volo per casa. Il ritorno non è dei migliori, considerato che la mancanza dal posto di origine per circa quindici anni è un valido pretesto per vociferare ad ogni suo movimento, soprattutto se il particolare lavoro della ragazza rimbalza da una lingua all’altra. È subito scandalo. L’amico d’infanzia Andrea, gay mai dichiarato, aiuterà Aurora nel trasformare una situazione temporanea nella speranza di un soggiorno più duraturo. L’istinto di adattamento non sempre è indolore, spesso comporta compromessi fastidiosi e silenzi involontari, inoltre le etichette che un paesino riesce ad incollare alla gente sono difficili da rimuovere e a volte possono crocefiggere. Tuttavia Aurora non si lascia abbattere, anzi, riuscirà a portare un po’ di sollievo dove non si credeva più possibile. Presto la diffidenza potrà lasciare il posto ad una nuova normalità.
Del resto, dopo uno scossone di magnitudo variabile, arriva sempre il sollievo dell’assestamento. È prerogativa naturale il continuo cambiamento degli eventi, ma risponde al comportamento umano la necessità di trovare un proprio centro stabile in questo incessante divenire delle cose. Si torna a parlare di amore nella nuova commedia dell’esordiente Donato Ursitti Si può fare l’amore vestiti?. Dopo tante pellicole di dubbio valore su solite tematiche variate all’infinito, stavolta si propende per un’inclinazione differente.
Nonostante le pecche di una recitazione artificiosa, la regia sobria confeziona un prodotto che può svelare picchi di discreto interesse.
La differenza con quante commedie circolano nel panorama italiano segnando pericolosi cali di stile sta tutta nell’indifferenza a riproporre condizioni e scenari inflazionati, ambiziosi di ricalcare stilemi della ben più articolata commedia all’italiana, che ha contribuito a distinguere un intero cinema ammirato da tutti. Non si punta a gag o a soliti inconvenienti derivanti da possibili equivoci, tecniche solitamente abusate in modo meccanicistico. Qui si prediligono situazioni più semplici, giocando molto sul ribaltamento dei ruoli e sull’esagerazione dei caratteri fino a sfociare in una linea grottesca che funziona. Il taglio leggero è sottolineato da divertenti inserti animati che creano un piacevole effetto cartoonistico. Tra i volti corteggiati dal piccolo schermo spiccano quelli di Bianca Guaccero e di Corrado Fortuna, lei debuttante, lui reduce di qualche pellicola cinematografica, tra cui My name is Tanino di Virzì, sullo sfondo di una Puglia che presta le sue bellezze ad una pellicola comunque apprezzabile, al di là di qualche caduta stilistica.
La frase:
"Ancora non ha chiesto niente a nessuno. Lei lo fa per passione. Comunque è bravissima".
a cura di Marta Gasparroni
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