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SingLa recensione del film a cura della Redazione di FilmUP.com di Rosanna Donato13 dicembre 2016Voto: 8.0
Tutti abbiamo un sogno nel cassetto che, in un modo o nell’altro, vogliamo realizzare, anche a costo di compiere azioni poco leali. In Sing, il film d’animazione diretto da Garth Jennings, tutti i personaggi sono accomunati da un unico desiderio: cantare.
La pellicola racconta di un mondo abitato da animali, dove il protagonista è Buster Moon, un koala proprietario di un teatro caduto in disgrazia, la cui unica passione è il teatro. Moon cercherà di salvare il suo palcoscenico in tutti i modi, nonostante i grandi debiti con la banca e i problemi dei personaggi coinvolti). Il suo obiettivo è quello di mettere in scena uno spettacolo tutto da vivere, dando ad alcuni la possibilità di vincere 100.000 dollari (siamo sicuri che non si tratti di un errore?) presentandosi al concorso canoro da lui organizzato. Il koala, quindi, ha un'ultima occasione di riportare al successo il suo amato teatro, cercando di ottenere l’appoggio della star Miss Nana Noodleman per ricavarne un prestito e rimettere in piedi la sua struttura. Saranno cinque i concorrenti ad emergere: un imbroglione; una timida elefantina adolescente con l’ansia da palcoscenico; una madre che si fa in quattro per occuparsi dei suoi venticinque maialini; un giovane gorilla che vuole allontanarsi dal mondo criminale della sua famiglia (una banda di ladri); una porcospina punk-rock che ha difficoltà a liberarsi di un fidanzato arrogante e a diventare solista. Ambientato in un mondo composto da soli animali, il nuovo film d’animazione della Illumination Entertainment (la stessa di “Minions" e “Pets - Vita da animali”) è tutt’altro che noioso e banale. Coinvolgente a punto giusto, la pellicola è in grado di toccare tutte le corde più profonde di un possibile spettatore: dramma e comicità sono sapientemente mescolati, tanto da suscitare sia grasse risate sia uno stato di forte partecipazione emotiva. Ogni personaggio è ben caratterizzato e presenta particolari che lo contraddistinguono dagli altri, oltre a problemi che possono essere considerati ‘universali’, essendo situazioni che è facile trovare anche nella vita reale di qualsiasi uomo: il koala Buster Moon che, indebitato fino al collo, rischia di perdere tutto ciò per cui ha lavorato una vita intera; la maialina Rosita, madre di 25 porcellini che cerca di occuparsi dei propri piccoli al meglio e che, una volta accettata al concorso, si rende conto di essere apprezzata - soprattutto dal marito - solo per il lavoro che svolge in casa; Mike, il topo appassionato di musica (e con una voce meravigliosa) che gioca d’azzardo e compie investimenti sbagliati per conquistare una femmina snob; il gorilla Johnny che ama cantare, ma è ostacolato dal padre il quale non capisce la sua passione e lo costringe a compiere reati insieme ai membri della sua famiglia; l’elefantessa Meena che - a causa della sua poca autostima - rischia di perdere l’occasione della sua vita; Ashley (soprannominata Ash e doppiata da), una porcospina amante del genere punk-rock (lo si capisce non solo dalla musica, ma anche dal suo modo di vestire e di approcciarsi con gli altri) che per amore decide di mettere il suo talento da parte in favore del collega e fidanzato. Come spesso succede, però, la lontananza e l’egocentrismo di quest’ultimo metterà a dura prova il loro rapporto tutt’altro che sano. A colpire, trattandosi di un film musicale ricco di buoni propositi e - come abbiamo visto - di temi importanti, è la colonna sonora: tra le canzoni più coinvolgenti dal punto di vista emotivo ci sono “Hallelujah” di Leonard Cohen (ultimamente usata spesso nel cinema), cantata nel progetto da Meena (Tori Kelly), “Golden Slumbers” scritta da Paul McCartney e “Don't You Worry 'Bout A Thing” di Stevie Wonder. La varietà dei personaggi, anche secondari, contribuisce alla riuscita della pellicola, che vanta un cast di voci eccezionale e scene a dir poco esilaranti. Nonostante la presenza di tematiche profonde, il film è caratterizzato da un aurea di leggerezza che viene mantenuta per tutta la sua durata e che lo rende adatto ad un pubblico di qualsiasi età. Unica pecca è la prevedibilità del susseguirsi di scene e del finale che, essendo un lungometraggio volto alla visione dei bambini in primis, è comprensibile e non abbassa l’alta qualità complessiva del progetto. La frase dal film:
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