Trama: Baz (Bernard Curry), un soldato libanese australiano, entra per sbaglio in una base di comunicazione israeliana top secret. Consapevole di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato, Baz sorprende Bob (Tom Sizemore), un soldato americano, con un pugno in pieno volto e Ari (Oz Zehavi), un soldato israeliano, con una stretta alla gola. Una volta legati i due nemici Baz prova ad andarsene, ma la porta della base, che si è chiusa dietro di lui ha un meccanismo a tempo per cui rimarrà chiusa per le prossime sei ore. Rimasti intrappolati e convinti che una volta che quella porta verrà riaperta potrebbero venire tutti giustiziati, i tre sono costretti a confrontarsi. Tra una scazzottata e l’altra, si apre un dibattito sulla situazione politica del Medio Oriente che inizia con le due “fazioni”, araba e ebraica, che si attaccano l’un l’altra, mentre l’americano fa da mediatore. La tensione sfumerà però grazie al dialogo, che è aiutato dall’”erba magica” gentilmente offerta da Bob. Il confronto, diventato pacifico, vedrà i tre condividere le proprie confessioni e stringere così una vera e propria amicizia che andrà avanti una volta liberi da quella “prigione”. Infatti, ad aprire la porta è una soldatessa che non ha intenzione di denunciare i colleghi per la loro condotta, dato che le mancano pochi mesi al termine del proprio servizio.
Ari ha perso da poco la sorellina in un attentato arabo, episodio che non riesce a perdonare e a dimenticare, per questo è pieno di odio e rancore e vorrebbe vedere il nemico soccombere.
Baz, invece, deve affrontare i pregiudizi contro il suo popolo e lo vediamo tentare di salvare la vita di una donna israeliana, vittima di un attentato, mentre viene accusato di essere un terrorista da civili e poliziotti. Scopriamo inoltre che sua moglie, Jewels, è un’ebrea.
Infine, Bob, che si nasconde dietro la facciata del “cazzone”, è in realtà un profondo conoscitore della storia del Medio Oriente, avendoci vissuto svariati anni, e vorrebbe fare in modo che tutti vadano d’accordo.