Trama: Il giovane dottor Yasumoto torna a Edo dopo tre anni di specializzazione medica a Nagasaki. Convinto di diventare medico per lo Shogun, rimane fortemente deluso quando scopre che dovrà lavorare a Koishikawa, una clinica con pochi fondi, diretta da un certo dottor Niide, noto ai più come Barbarossa. Non c’è niente nella clinica che non risulti repellente per Yasumoto, e il giovane medico fa di tutto per farsi licenziare: beve, si rifiuta di indossare il camice, rompe ogni regola, compreso l’introdursi in una stanza simile a una cella, proibita a tutti fuorché a Barbarossa stesso, per osservare un’incantevole paziente malata di mente, che lui ritiene normale. Tuttavia Barbarossa non solo ha avuto ragione diagnosticando la malattia mentale della ragazza, ma salva la vita a Yasumoto quando questa cerca di ucciderlo. A poco a poco, nonostante il suo assoluto malcontento, Yasumoto deve riconoscere la grandezza di Barbarossa, un medico devoto che non si ferma a esaminare il corpo dei pazienti ma ne scruta anche l’animo. Il giovane impara a comprendere quest’uomo che, fra le altre cose, ha scelto di essere caritatevole con i poveri e duro con i ricchi. Barbarossa salva una dodicenne da un bordello e la affida alle cure di Yasumoto. Dapprima il giovane medico è allarmato dall’atteggiamento astioso che la ragazza ha sviluppato nell’ambiente in cui è cresciuta. Ma a poco a poco riesce a cambiarla, e ne viene ripagato quando è lui ad ammalarsi e la ragazza lo accudisce. Invece di diventare un medico per lo Shogun, il dottor Yasumoto decide di dedicare la vita alla clinica che prima detestava.