San Andreas
Con un’automobile destinata a rimanere sospesa nel vuoto, si comincia immediatamente all’insegna della spettacolarità per vedere subito in azione il pilota di elicotteri Ray, specializzato in ricerca e salvataggio e incarnato dal Dwayne Johnson per la seconda volta al servizio del regista Brad Peyton, che lo diresse in “Viaggio nell’isola misteriosa” (2012).
Il Ray che scopriamo essere sulla via del divorzio dalla moglie Emma alias Carla Gugino, ormai fidanzata con il ricco Daniel Reddick, ovvero Ioan Gruffudd de “I Fantastici 4” (2005); prima ancora che, scatenato dalla famigerata faglia di San Andreas, un terremoto di Magnitudo 9 arriva a colpire la California, bloccando in un grattacielo la donna e in un garage la figlia Blake, cui concede anima e corpo Alexandra Daddario.
Figlia che trova supporto nel giovane Ben e suo fratellino Ollie, appena conosciuti e rispettivamente interpretati dal televisivo Hugo Johnstone-Burt e dall’Art Parkinson di “Dracula untold” (2014); mentre l’eroico genitore, in volo tra Los Angeles e San Francisco, tenta di evitare la morte di lei e della madre.
Perché, come spesso avviene nei disaster movie, il cataclisma, in fin dei conti, altro non vuole rappresentare che una analogia con il tortuoso percorso che una famiglia dissestata è obbligata ad affrontare in cerca di una riunificazione.
Tortuoso percorso che, in questo caso, parte dalla spaventosa distruzione di una diga per poi tirare in ballo, nel mucchio, crolli di palazzi, autostrade che si sgretolano e terreno spaccato, richiamando inevitabilmente alla memoria il cinema catastrofico di Roland Emmerich, autore di “The day after tomorrow-L’alba del giorno dopo” (2004) e “2012” (2009).
Opere a differenza di cui, però, l’attesa viene qui quasi del tutto evitata in favore dell’intrattenimento a suon di elaborati effetti visivi volti ad occupare buona parte della oltre ora e cinquanta totale, non priva neppure di una mostruosa onda impegnata a spazzare via ponti e imbarcazioni di ogni dimensione.
Quindi, con la pop star Kylie Minogue inclusa nel cast, tra vertiginose inquadrature dall’alto – opportunamente rafforzate dal buon 3D – e riusciti momenti di tensione (si pensi solo alla sequenza in cui Emma deve raggiungere il tetto dell’edificio prossimo al crollo) non ci si annoia affatto e il divertimento non manca davvero... sebbene lo script di Carlton Cuse non fatichi a risultare poco più che un pretesto, complici aspetti che avrebbero necessitato di maggiore attenzione (per esempio, il professor Lawrence con le fattezze di Paul Giamatti, sismologo fondamentale per la vicenda ma lasciato erroneamente ai suoi margini).
La frase:
- "Che cos’è?"
- "È la faglia di San Andreas".
a cura di Francesco Lomuscio
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