Vita da camper
Un "road movie" tutto da ridere era quello che mancava al regista Barry Sonnenfeld, dopo le incursioni nella commedia mafiosa (Get Shorty), western (Wild Wild West), fantascientifica (Men In Black) e..."gotica" (La Famiglia Addams). Ma per fare il solito viaggio attraversando mezza America niente macchine, né moto: stavolta a farla da padrone è un enorme e coloratissimo...camper (RV, come recita il titolo originale, che sta per recreational vehicle).
A guidare il voluminoso mezzo in questione è BIll Munro (Robin Williams), un benestante uomo d'affari che vede in una strategica gita in Colorado con la famiglia l'occasione per concludere un fondamentale incontro di lavoro e ricucire i difficili rapporti con i figli adolescenti.
Ovviamente all'inizio le cose non andranno come previsto, sia per la totale inesperienza di Bill nel gestire il tipo di vacanza, la vita da camper appunto, sia perché sul loro cammino i Munro s'imbattono in un'eccentrica famigliola camperista, tanto gioiosa quanto invadente.
Inutile dire che dopo mille peripezie tutto si sistemerà, come e più di prima, per arrivare all'immancabile happy end: saranno proprio i disagi e le difficoltà incontrate e superate sul cammino a permettere agli snob provincialotti californiani di riscoprirsi cambiati e soprattutto uniti.
"Vita da camper" è un film tutto sommato godibile che, contrariamente a quanto avviene di solito, stenta a decollare ma strada facendo (è proprio il caso di dirlo!) trova il giusto ritmo... le gag all'inizio risultano un pò forzate quando non telefonate, ma il meccanismo piano piano diventa bene oliato, e pare rendersene conto pure Robin Williams, che si esprime al meglio quando può dare libero sfogo alle sue incredibili doti da mattatore.
In questo è ben supportato da un affiatato cast, in cui spicca il ritrovato Jeff Daniels, l'altro capofamiglia, macho e bonaccione. Il cowboy dai sani principi morali, sostenitore della vita nomade a contatto con la natura, non a caso aiuta l'eterno infelice uomo di città a ritrovare l'affetto della famiglia e, in ultima analisi, se stesso.
La frase:
- "Per me sei più di uno stipendio..."
- "Meno male, perché tra un po' non lo prenderò!"
Stefano Del Signore
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