Rue des Plaisirs
Nella Parigi del dopoguerra si snoda la vicenda di Marion (Laetitia Casta / "Asterix e Obelix"), Petit Louis (Patrick Timsit) e Dimitri (Vincent Elbaz) sullo sfondo della chiusura delle case di tolleranza. Marion lavora al "Palazzo d'Oriente", ma sogna (un pò come tutte) una vita diversa, un amore, le luci della ribalta, in poche parole... la felicità. Anche Petit Louis lavora nel "Palazzo" come tuttofare ed anche lui ha un sogno, uno solo: l'amore, quello di Marion. Il concetto di amore di Petit è molto idealizzato, per lui è sufficiente la felicità di Marion e quindi, stabilito che non può essere l'uomo per lei, decide di trovarne uno: Dimitri. Dimitri è bello, intraprendente, una sorta di uomo ideale e Marion se ne innamora, ma come è prevedibile l'apparenza inganna, Dimitri ha molti segreti ed alcuni di questi potrebbero essere molto pericolosi.
La storia è chiaramente ispirata alle canzoni francesi degli anni trenta, quindi con stereotipi piuttosto banali. Il regista confessa che potrebbe sembrare una sorta di "Cyrano tra le puttane", ma in realtà si respira un'aria legata più a "Moulin Rouge", ed è questa una delle maggiori pecche della pellicola: il voler cavalcare il successo di Baz Luhrmann, non solo rivivendone le atmosfere (con sceneggiatura e scenografia), ma sfruttandone anche un'immagine cartellonistica (soggetto e colori) decisamente simile.
Leconte confeziona un prodotto tecnicamente perfetto, arricchito da una fotografia in grado di esaltare l'eccellente lavoro di ricostruzione dell'epoca post-bellica e scegliendo attori perfetti nelle loro parti, ma questo non basta ad appassionare lo spettatore coinvolto in una trama palesemente scontata e prevedibile, anche nel finale.
Il regista, tra l'altro, decide di mostrarci una realtà fiabesca dove il bordello è rappresentato come una sorta di famiglia felice, epurata di tutti i lati negativi, non certo morali, ma semplicemente oggettivi. Vuole realizzare un melò ma a parte Dimitri sia Petit Louise che Marion hanno parecchi lati oscuri: Petit Louise è una sorta di schiavo di Marion disposto a qualunque cosa per lei senza però proporsi in prima persona, e lei lo tiene costantemente "appeso" come se avesse bisogno di essere continuamente venerata.
Nel complesso il film non convince, ma ancora meno convince la Casta in versione cantante, d'altronde ci aveva gia "deliziato" a Sanremo.
La frase: "Era un sogno, l'unico problema con i sogni è che prima o poi li devi pagare!"
Curiosità: le scene di Parigi vista dall'alto sono realizzate con collage di cartone. Molto particolari e suggestive.
Indicazioni: Riservato ai fans dei film francesi e delle storie strappacuore.
Valerio Salvi
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