Rosa Funzeca
Sì, lo hanno messo tra gli eventi speciali alla 59° Mostra d'Arte cinematografica di Venezia, ma di speciale non ha un gran chè. Non certo la storia, un po'scontata, nè la sceneggiatura, ben fatta ma non eccezionale. E, la scelta del "non colore"? Giusta, ma difficile da reggere, a volte, disorientante.
"Rosa Funzeca", una produzione di Titania, per la distribuzione dell'Istituto Luce, ha cosí esordito presentando uno spaccato di vita, o meglio, la vita di una prostituta napoletana che ancora giovane e bella, con un figlio adolescente da mantenere, decide di cambiare vita. S'improvvisa venditrice di fiori. Ma anche la carriera d'imprenditore non é facile e dietro l'angolo non sempre c'é il successo, il denaro.
Dunque, è relativamente semplice ricominciare a battere i marciapiedi dietro i faló improvviasati dei sobborghi napoletani. Ne, altrettanto semplice é costruire un rapporto di madre e figlio. Si sa, la strada del paradiso é lastricata di buone intenzioni, ma queste non bastano per far crescere sano un ragazzo come Fernando interpretato da Primo Reggiani. Cosí, il giovane nonostante gli sforzi passerá dai furti d'auto a quelli d'appartamento, fino al dramma che segna la fine del film, il matricidio.
In sostanza, é di questo parla il film, interamente girato in napoletano, spesso con difficoltá di comprensione e con attori forse piú adatti al palcoscenico teatrale che non a quello cinematografico. Cosí come troppo teatrali sono i lunghi monologhi di Rosa e le ambientazioni, sempre un po' retró.
Di Ida di Benedetto, la "Rosa" si ricordano perché belli gli sguardi di madre, e il temperamento sanguigno, mentre indiscusso protagonista per bellezza e bravura é Primo Reggiani, che nonostante la giovane etá puó dirsi una vera promessa del futuro cinema italiano.
Maria Cristina Mancini
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