Ristabbànna
Il titolo fa riferimento a un’espressione del dialetto di Marsala il cui significato è “Da questa parte”.
Perché, evoluzione di quello che in principio fu uno short, è in Sicilia che si svolge il lungometraggio d’esordio di Gianni Cardillo e Daniele De Plano, ultimo interpretato dal compianto Ben Gazzara protagonista, tra l’altro, de “L’assassinio di un allibratore cinese” (1976) di John Cassavetes e “Il camorrista” (1986) di Giuseppe Tornatore.
Ed è proprio il cinema di quest’ultimo a tornare più volte alla memoria nel corso della visione, mentre vediamo in scena il piccolo Niccolò che entra in possesso della videocamera tramite cui il vecchio Natale (Gazzara, appunto), prima di morire, inviava video-messaggi alla nipote Rosina, recatasi negli Stati Uniti per fare l’attrice e di rientro a casa per prendere parte ai funerali del nonno.
Quindi, con la sexy fanciulla che – interpretata dalla Tiziana Lodato che esordì tramite quel “L’uomo delle stelle” (1995) diretto proprio dal citato autore de “La leggenda del pianista sull’oceano” (1998) – provoca un terremoto di cambiamenti sia nella famiglia del ragazzino che nella sua vita, quelli che prendono progressivamente forma sono circa novanta minuti di assemblaggio di riprese attraverso l’obiettivo della videocamera, materiale proveniente da cassette registrate e soggettive del defunto che commenta.
Uno stratagemma narrativo che, decisamente vicino a quello sfruttato nella realizzazione di molti mockumentary, rischia in (buona) parte di confondere lo spettatore, il quale, oltretutto, farebbe forse bene a fornirsi di un corso di dialetto siciliano prima di dedicarsi alla fruizione del film.
Non privo di un pizzico d’ironia e destinato a individuare il suo maggiore pregio nella tutt’altro che disprezzabile prova del cast, man mano che, attraverso una poco esaltante vicenda, mira evidentemente ad assumere i connotati di un’esortazione su celluloide a non arrendersi mai; perché dopo la notte arriva sempre l’alba e, a volte, per poter andare avanti bisogna tornare un po’ indietro.
La frase:
"Non bisogna mai rivelare la trama del film, fino alla fine".
a cura di Francesco Lomuscio
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