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Riddick











Anche se, già a cominciare dai primi minuti di visione, abbiamo scontri con mostruosità alla Alien, ambientata di notte e sotto la pioggia incessante è l’ultima parte di questo terzo tassello della saga fantascientifica iniziata tramite il subito cult "Pitch black" (2000) e proseguita con il pessimo "The chronicles of Riddick" (2004) a ricordare maggiormente il capostipite delle avventure cinematografiche del criminale della galassia del titolo, ancora una volta incarnato dal Vin Diesel del franchise "Fast & furious".
Il Vin Diesel che, anche produttore della pellicola come avvenuto per il tassello precedente, tradito dalla sua stessa specie e lasciato a morire su un pianeta desolato si trova qui a dover lottare per la vita contro feroci predatori extraterrestri, nuovamente sotto la regia del losangelino classe 1955 David Twohy, che si è occupato dell’intera serie.
Il Vin Diesel che, dopo aver utilizzato i cacciatori di taglie di tutta la galassia come pedine per il suo piano di vendetta, s’impegna a scatenare una feroce rappresaglia prima di tornare sul natale Furya per salvarlo dalla distruzione.
Nel corso di una avventura che, tutt’altro che priva d’azione e comprendente all’interno del machissimo cast, tra gli altri, il Jordi Mollà di "Bad boys 2" (2003), il wrestler Dave Bautista e la Katee Sackhoff conosciuta soprattutto per il serial televisivo "Battlestar Galactica", presenta in maniera evidente il look di un western in salsa fantascientifica, ulteriormente complici i toni caldi dispensati dalla fotografia di David Eggby.
Perché, come già accennato, è la fase conclusiva delle due ore totali a riavvicinarsi in maniera particolare alle atmosfere darkeggianti del primo episodio, di cui "Riddick" si presenta quasi nelle vesti di reboot volto a riconquistarsi la grossa fetta di fan rimasti altamente delusi dal secondo, che, orientato per lo più verso la sci-fi in aria epica, finì erroneamente per distaccarvisi sia nella tipologia di storia che nella messa in scena.
E precisiamo che non si grida certo al capolavoro, ma, tra indispensabile dose di splatter, pizzico d’ironia e immancabile, prevedibile abbondanza di effetti digitali, il ritmo narrativo risulta discretamente gestito e si esce dalla sala non scontenti di aver ritrovato Diesel alle prese con uno dei suoi personaggi action preferiti... seppur senza eccessiva originalità.

La frase:
"Ci sono i giorni no e poi ci sono i giorni no che rimangono nella storia".

a cura di Francesco Lomuscio

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