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Raul - Diritto di uccidere
Come film d'esordio, Andrea Bolognini, ha scelto di girare un giallo; una storia, liberamente tratta dal romanzo "Delitto e castigo" di Dostoevskij, ma ambientata a Roma nel maggio del 1938.
Si racconta di Raul (interpretato da Stefano Dionisi), giovane colto e convinto sostenitore di teorie superomistiche, che uccide un'usuraia, spinto dalla povertà e dalla disperazione che lo circonda; e dell'acuto ispettore Porfirio (Giancarlo Giannini) che conduce le indagini sul delitto.
Il film, a detta del regista, è in bilico tra realismo e oniricità, ma anche se le scene degli incubi di Raul, roso dal senso di colpa, sanno dare il giusto senso di smarrimento, non sono rese al meglio; al contrario invece di quanto accade in momenti del film in cui la suspense la fa da padrona, che sono più coinvolgenti.
La sceneggiatura (di Suso Cecchi D'Amico, Masolino D'Amico e Luigi Bazzoni) spinge i toni sulle teorie superomistiche e in un certo senso, sulla loro confutazione e apparente superamento.
Teorie che tanto in quel periodo storico furono stravolte per legittimare dittature e omicidi, e che in parte fanno tornare in mente i giovani studenti di "Nodo alla gola" che legittimavano l'omicidio se perpetuato "dai migliori" contro gli anelli più insignificanti della società, proprio perché l'accento non è posto sul punto di vista politico della situazione, ma su quello universale.
L'ottima fotografia di Daniele Nannuzzi e le onnipresenti musiche di Andrea Morricone sottolineano la drammaticità della storia, i dialoghi asciutti permettono a filosofia e psicologismo di trovare la loro ragion d'essere in questo spaccato dell'Italia borghese nel ventennio fascista, proprio nei giorni in cui Hitler era in visita a Roma.
Una menzione particolare va fatta agli attori, su tutti Laura Betti che interpreta l'usuraia ed Ernesto Mahieux (che già aveva dato un'ottima prova di se ne "L'Imbalsamatore") che sostiene il ruolo del fidanzato, abbiente ma odioso, della sorella di Raul.
Un'opera prima che non brilla certo per innovazioni stilistiche, ma offre spunti diversi, rispetto ai soliti film ambientati durante il regime fascista.
Ilaria Ferri
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