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Ragazze... la vita trema
Forse è il caso di dire "Ragazzi… la vita trema!".
Si sentiva il bisogno di un altro elaborato di celluloide che documentasse il nostro Femminismo che fu?
Secondo la regista Paola Sangiovanni – autrice nel 1996 di un episodio incluso nel collettivo "Intolerance" – sembra proprio di sì.
Allora, introdotte da "Ma che freddo fa" di Nada, che, insieme a "Impressioni di settembre", fa da colonna sonora al fianco di altri evergreen nostrani e non solo, eccole qui, tra immagini di repertorio private e filmati inediti, le quattro protagoniste pronte a raccontarsi in prima persona: Marina Pivetta, Liliana Ingargiola, Paola Fiorensoli e Alessandra Vanzi, la quale, tra l’altro, rivela di aver subìto un traumatico stupro a soli undici anni di età.
Di diverse provenienze geografiche, culturali e sociali, quattro donne le cui esistenze hanno avuto origine in seno alla società tricolore pre-sessantottina, nella quale i maschi venivano identificati soltanto come violatori di una virtù che doveva essere mantenuta fino al matrimonio, vigeva un’educazione alla rigidità del corpo che prevedeva indumenti come la gonnellina di vigogna e il golfino, e la violenza contro il gentil sesso non veniva mediata, tanto che la figura femminile subiva soprusi senza esserne cosciente, in quanto ciò era la norma.
Quattro donne le cui vite, tempestate di occupazioni e collettivi femministi alla scoperta di tabù quali il sesso, l’aborto e il divorzio, si sono poi sfiorate e incrociate a Roma tra la fine degli Anni Sessanta e l’inizio del decennio successivo, sempre convinte che, per dare speranza al futuro, bisogna costruire le cose che prima non c’erano.
Quindi, come era prevedibile, non mancano di essere citate, tra le varie sciagure appartenenti al passato italiano in clima di terrorismo e Brigate rosse, anche la strage di Piazza Fontana e l’uccisione di Giorgiana Masi.
Per circa 85 minuti di visione che, unicamente consigliati ai diretti interessati (meglio ancora alle dirette interessate), però, non sfigurerebbero affatto se guardati tra una puntata de "La storia siamo noi" e una di "Chi l’ha visto?".
La frase: "Il corpo è nostro, riappropriamocene".
Francesco Lomuscio
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