Quijote
Il contenitore dell'immaginario donchisciottesco. Condotta dallo scavato, espressivo volto di Peppe Servillo, mentre Lucio Dalla - autore delle musiche originali - impersona Sancho, la video-arte di "Quijote" è co-sceneggiata e diretta dal pittore, scultore, incisore, esponente internazionale della Transavanguardia, all'esordio cinematografico, Mimmo Paladino. Il quale concepisce appunto il rettangolo della macchina da presa come una tela in cui mescolare Natura e astratto. La prima comprende i quattro elementi e il paesaggio del natìo Sannio, il secondo è rappresentato invece da ampi edifici fatiscenti in cemento grezzo, storiche costruzioni tra i prati e strutture scenografiche, dove sono collocate opere dalle forme geometriche o manichini di uomini e cavalli in metallo colorato di ruggine, e in cui agiscono personaggi dai costumi e dalle armi d'epoca coesistenti con abiti d'oggi e camion. Proprio questa atemporalità – adatta a un classico della letteratura - fa inoltre sì che il film, del 2006, arrivi sugli schermi nel 2012 (grazie a Distribuzione Indipendente, circuito nazionale forte al momento di oltre 20 sale con uscite simultanee, e in contemporanea sul WEB "on demand").
Con una dedica e tanti ringraziamenti, a cominciare dai Teatri Uniti, Paladino assembla diversi contributi, verbalizzati in una Babele di vocalizzi, frasi e versi bisbigliati, echeggianti, letti o pensati in spagnolo, arabo, italiano (declinato anche nel cunto siciliano di Mimmo Cuticchio e nella canzone napoletana), distribuiti in episodi apocrifi e citazioni degli scritti degli stessi interpreti Alessandro Bergonzoni ed Edoardo Sanguineti. Momenti alti e suggestivi, come l'acceso cromatismo d'un tramonto abbinato a sculture in fiamme, la conversazione con la Morte/Remo Girone, il corpo dell'Hidalgo disteso e parzialmente visibile dietro la fessura d'un bianco muro, son la risultante d'una composizione d'immagini matematicamente armoniosa (la fotografia è di Cesare Accetta), per quadri fermi e in movimento pure con pareti scorrevoli: il pregio del lavoro sta proprio nella forza del suo effetto visuale.
La frase:
"Libererò il mondo dalle ingiustizie e dai soprusi".
a cura di Federico Raponi
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