Quando meno te lo aspetti
Giocose variazioni sulla favola dell'amore. Coppia nell'arte e nella vita, Agnès Jaoui (pure attrice, come regista la ricordiamo per "Il Gusto degli altri") e Jean-Pierre Bacri hanno scritto "Au bout du conte" - in italiano cambiato in "Quando meno te lo aspetti" - tirando le somme, proprio come da titolo, di un sentimento riguardo il quale sembra valere la stessa massima utilizzata per la fede in una divinità creatrice: "nessuno lo sa, e quindi ognuno crede quello che vuole". La prima si è occupata principalmente della struttura, il secondo più dei dialoghi ed è anche protagonista-mattatore di quest'ironica, piacevole miscela fiabesca senza età. Si comincia, infatti, con un sogno in cui una giovane dama persa nel bosco incontra il suo principe azzurro indicato da un angelo, e poi il complesso delle singole storie intrecciate corre parallelamente alla costruzione di una recita scolastica, in un susseguirsi di bizzarre figure quali il "cenerentolo" balbuziente o, con tanto di mela avvelenata, una strega mantenuta intatta dalla chirurgia estetica.
Rinforzate da una musica di forte presenza (la colonna sonora originale è di Fernando Fiszbein), le varie scene iniziano e finiscono a mo' di quadri dipinti, collocate in spazi verdi o segmenti urbani dall'attenta estetica di inquadrature architettoniche, in entrambi i casi deserti e immobili intorno ai personaggi, quando non popolati di modellini, peluche e balocchi, in modo da avvolgere tutto in un'atmosfera incantata. Tra divertenti divagazioni su insofferenza per bambini paragonati a cani, agnosticismo e assenza genitoriale, una data di morte predetta da una veggente, rifugio nella religione da parte di una ragazzina figlia di separati, la vicenda centrale ci dice che il colpo di fulmine è vacuo, mentre la passione più vera e intensa magari la si ha sotto gli occhi e la si ignora. In onore "dell'happy end", ma con un realismo che aggiunge una postilla a luoghi comuni e ingenue idealizzazioni, si chiude con un "vissero felici e contenti, e si tradirono molto".
La frase:
"Ti dispiace perchè hai deciso che ti dispiace".
a cura di Federico Raponi
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