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Profondo Blu
"Com'è profondo il mare" cantava Lucio Dalla, forse perché non aveva mai visto l'Oceano.
Profondo e misterioso, così come è misteriosa la forza delle enormi onde, distruttici e portatrici di morte quando arriva uno Tsunami ma poco più che un innocuo passatempo per i Delfini che surfano e giocano a scavalcarle in una specie di danza rituale all'inizio della pellicola.
Profondo e Blu, come recita il titolo del film, ma anche terribilmente Nero e apparentemente senza vita nei suoi Abissi dove albergano dei veri e propri esseri Alieni elettrici che irradiano luce e da dove vediamo il fondo del pianeta.
Nello splendore del 35mm in digitale sperimentato dalla Lucky Red in collaborazione con la Elsacom (e mettiamoci l'anima in pace perché questa ormai è la nuova tendenza tecnologica anche sul grande schermo, come vediamo dal promo che ci intrattiene prima di immergerci negli Oceani) , la BBC Natural History Unit ci regala un grandissimo spettacolo, per la gioia di grandi e piccini.
Uno spettacolo che sorprende con le Simmetrie e le Geometrie, la Varietà ed a volte la Bizzaria degli esseri acquatici e che parla innanzitutto la lingua della Lotta alla sopravvivenza in cui il Pesce più grande mangerà eternamente il Pesce più piccolo, le Orche assassine i cuccioli di Leoni Marini e gli Orsi Bianchi le Foche e le Balene.
Una legge di natura che attraversa lo schermo con le sue scosse violente e che i due registi Alastir Fothergill e Andy Biatt spesso tendono ad enfatizzare, complici gli effetti audio e l'ingombrante commento musicale di George Felton e dei suoi Berliner, il quale a dir la verità nonostante sia stato candidato 5 volte all'Oscar non riesce a trovare un leit-motiv degno della pellicola.
Però, fra una location e l'altra in giro per il mondo, isole, atolli e barriere coralline, in altre occasioni i due registi sono bravi a dare pennellate più leggere ed umoristiche, sottolineando per esempio l'antropomorfizzazione dei protagonisti, come nel caso dell'invasione di una spiaggia da parte di un esercito di Granchi Soldato o la straordinaria marcia antartica dei Pinguini Imperatore.
O soprattutto a lasciare lo spettatore a tu per tu con la bellezza e l'impatto delle immagini, in cui la voce umana entra poco e con discrezione, e con il suo stupore.
E a farlo riflettere su come sia possibile che una superficie a cui diamo il nome di Terra
sia in realtà fatta al 70 % per cento di acqua.
Un Mondo parallelo che è più del doppio del nostro Mondo, un Mondo che non conosciamo e a cui spesso non diamo né attenzione né rispetto.
Max Morini
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