Priest
"C’è sempre stato l’uomo e ci sono sempre stati i vampiri".
E’ attraverso un’introduzione animata volta a raccontare la secolare lotta tra esseri umani e succhiasangue che apre il lungometraggio – ispirato all’omonima graphic novel di Min-Woo Hyung – con cui l’effettista Scott Charles Stewart torna dietro la macchina da presa a due anni dal poco riuscito "Legion" (2009), interpretato da Paul Bettany e nel quale a scatenarsi contro l’uomo erano palestratissimi (e ridicoli) angeli del male.
Lo stesso Bettany che troviamo qui nei panni del sacerdote del titolo, il quale, nonostante un divieto impostogli dalla Chiesa, si mette alla caccia dei responsabili del rapimento della nipote Lucy alias Lily Collins affiancato dal giovane Hicks, con le fattezze del Cam Gigandet visto in "Burlesque" (2010); fino a scontrarsi con il malvagio Black Hat, cui concede anima e corpo il Karl Urban di "The chronicles of Riddick" (2004), ex prete passato dalla parte dell’esercito nemico.
Però, dimenticate il padre Merrin de "L’esorcista" (1973), in quanto l’ecclesiastico in questione, immerso in un universo decisamente steampunk e contornato da un cast comprendente anche la Maggie Q di "Die hard - Vivere o morire" (2007) e i veterani Christopher Plummer e Brad Dourif, combatte il male a suon di botte da orbi e grazie a una sorta di affilatissime stelline ninja a forma di croce.
Del resto, con mostruose creature niente male e i toni cupi della fotografia del candidato all’Oscar Don Burgess volti ad impreziosire il tutt’altro che disprezzabile aspetto visivo della pellicola, ci troviamo in maniera evidente dinanzi al classico mix di horror ed action proto-fumetto alla "Blade" (1998), ricco di ralenti e scontri corpo a corpo di cui il grande schermo ha finito per riempirsi in seguito al successo riscosso dalla serie di "Matrix".
Fino al duello su un treno in corsa che sembra quasi fondere il western con il cinema di kung fu; per circa 87 minuti di visione che, per merito in particolar modo del buon ritmo narrativo, pur offrendo un semplice e guardabile spettacolo d’intrattenimento risultano di sicuro superiori rispetto al precedente film di Stewart.
Nonostante il 3D di cui si poteva fare tranquillamente a meno.
La frase:
"Ricorda: andare contro la Chiesa è andare contro Dio".
a cura di Francesco Lomuscio
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