Pornografia
"Pornografia", presentato in Concorso alla 60° Mostra del Cinema di Venezia, è tratto dall'omonimo romanzo dello scrittore polacco Witold Gombrowicz.
Ambientato nel 1943, durante l'occupazione tedesca della Polonia, parla di due uomini di mezza età Federico (Krzysztof Majchrzak , "Chopin,. Il desiderio dell'Amore") e Witold (Adam Ferency , "L'operazione dell'Arsenale") che giunti presso la dimora di campagna di Ippolito, un loro amico, decidono di fare innamorare Enrichetta, la figlia di Ippolito con Carlo, un giovane che lavora nella fattoria, pur non essendoci tra i due alcuna attrazione reciproca. Enrichetta, però, è fidanzata con Venceslao un uomo che è considerato un esempio di virtù nonché un ottimo partito del luogo. Attorno a questa vicenda che ricorda tanto lo Shakespaere di "Sogno di una notte di mezza Estate", infuria la guerra tra i tedeschi occupatori ed i partigiani polacchi. Ma i nostri protagonisti non se ne avvedono finché uno dei capi partigiani capita nella fattoria con l'accusa di aver tradito i suoi compagni. Insomma, quei buontemponi giocherelloni di Federico e Witold, non possono fare a meno di occuparsi delle terrene vicende invece di giocare come Eros a lanciar frecce sugli uomini.
Il romanzo non l'ho letto, certo è che se il film ne è la fedele trasposizione francamente non correrò in libreria ad acquistarlo.
Il film che si impernia sulla trama, assolutamente pretestuosa ed assolutamente ingiustificata, non può che risentirne negativamente. Nonostante la perizia - invero l'unica - del regista polacco Jan Jacob Kolski nel ricostruire gli ambienti e l'atmosfera della Polonia della seconda guerra mondiale, l'opera non convince aggravata sia - come detto - dall'endemica inverosomiglianza di ciò che si racconta sia dal doppio registro drammatico-fantastico che si sovrappone senza che alcuno se ne giovi. Tanto meno il pubblico.
E non servono, anzi stizziscono, alcune scelte stilistiche come l'effetto flou che ammanta alcune riprese.
Poche cose si salvano, invero, in questo polpettone polacco di 111 minuti. La bravura degli attori, la bellezza delle giovani attrici (Sandra Samos nel ruolo di Enrichetta e Irena Laskowska nei panni di Amelia, una cameriera della casa) e le musiche originali di Zygmunt Konieczny.
Avvertenza finale: il titolo non inganni gli eventuali voyeur a caccia di immagini proibite. Non ve ne sono.

Daniele Sesti

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