Porco Rosso
"Porco Rosso", il cui titolo originale è "Kurenai no Buta", è ispirato al racconto breve "Hikoutei jidai", ossia "Gli anni degli idrovolanti" scritto da Hayao Miyazaki, un progetto nato originariamente per una compagnia di volo Giapponese. E’ un’opera originale, in realtà inusuale per questo maestro, che ricorda però i suoi primi lavori, con quei colori acquerellati dalle sfumature delicate, caratteristiche ad esempio della serie televisiva d’animazione italo- giapponese del 1981 "Il fiuto di Sherlock Holmes". La particolarità di "Porco Rosso" dipende soprattutto dal fatto che per la prima volta, nella produzione di questo autore, vi è una precisa determinazione di tempo e luogo, infatti, tutto si svolge sulle sponde del Mare Adriatico, sulle coste della Croazia subito dopo la Prima Guerra Mondiale. Vi è un’attenzione per il dettaglio e uno studio storico alle spalle molto approfondito, quasi maniacale, dall’abbigliamento ai luoghi, tanto che in molti hanno considerato la pellicola come un omaggio all’aviazione di quel periodo. Non per nulla vi è addirittura rappresentato un bimotore multiruolo sviluppato dall’azienda italiana "Caproni Aeronautica Bergamansca" (CAB), ossia un Caproni Ca 309, più noto come Ghibli, e non per nulla la casa di produzione giapponese riporta lo stesso nome. Per non parlare della rappresentazione particolareggiata di alcune città importanti dell’Italia come Milano, così ai canali e ai monumenti cittadini si sostituiscono paesaggi verdeggianti e un cielo azzurro costellato qua e là da soffici e candide nuvole. Carrellate di immagini entusiasmanti, capaci di incantare, impreziosite dalle musiche di Joe Hisaishi. I riferimenti e le citazioni sono sovrabbondanti in questo lavoro, basti solo pensare al nome del protagonista Marco Pagot, in omaggio ai famosi fumettisti e creatori del personaggio "Calimero", Nino e Toni Pagot che hanno collaborato con l’artista nella serie d’animazione "Il fiuto di Sherlock Holmes", oppure il fatto che uno dei commilitoni di Porco Rosso ha il nome Ferrarin, come omaggio ad Arturo Ferrarin che nel 1920 ha coperto in aereo, per la prima volta al mondo, la tratta Roma-Tokyo. "Porco Rosso" è una favola sull’orgoglio, sulla libertà, sull’amore, sull’importanza dell’aspetto interiore rispetto a quello esteriore, ma soprattutto sulla pace, tematica già presente in moltissimi lavori del maestro. Il protagonista è Marco Pagot, pilota di aviazione che ha combattuto per l’Italia durante la Guerra, ma che ha disertato durante l’ascesa del fascismo ed è diventato un cacciatore di taglie.
Non si sa molto della sua vita, solo che, a causa di una maledizione, ha assunto l’aspetto di un maiale (elemento caratteristico dei lavori del maestro), per questo vive isolato sebbene sia molto amato dalle donne soprattutto dall’affascinante cantante Gina. A causa dello scontro con un aviatore americano di nome Donald Curtis, ingaggiato dai "pirati del cielo", l’eroe è costretto ad andare a Milano con il suo aereo per le riparazioni e qui incontra la diciassettenne progettista Fio Piccolo. Ritornato a casa Marco e Curtis si sfideranno in un altro scontro aereo... Il finale è ovviamente quello di una bellissima favola morale, dai toni delicati e tristi, ma che guarda alle tante possibilità che il futuro riserva. Sono dunque la speranza, la libertà e l’amore i temi più importanti di quest’opera che, seppur incanta lo spettatore, gli lascia anche un po’ di amaro in bocca poiché non spiega il motivo o la causa della maledizione.
"Porco Rosso" è la struggente storia di un aviatore che ama volare e vive nel ricordo, ma che ben presto volge il suo sguardo al domani.
La frase:
- "Marco, un giorno diventerai un porco arrosto. Non voglio venire al tuo funerale"
- "Un maiale deve volare"
Federica Di Bartolo
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