Piovuto dal cielo
Danny (Rhys Ifans "The shipping News") è un operaio di un cementificio, vive con Trudy (Bustine Clark) una rampante impiegata in cerca di fama e notorietà, e sogna di fare una vacanza con tenda e sacco a pelo in qualche parte del mondo lontano dall'Australia dove abita. Trudy, però, non è dello stesso avviso e fa saltare l'agognata settimana di vacanza tanto attesa da Danny, con la scusa di essere molto occupata in ufficio. In realtà, la furbetta, ha un appuntamento con un noto presentatore sportivo della televisione tramite il quale spera di raggiungere il successo (oltre che qualche ora di sano sesso...). Danny, indispettito - anche perché ha scoperto la tresca della sua compagna - durante un barbe-cue organizzato nella sua villetta (un barbe-cue?) , si fa legare ad una sedia alla quale ha attaccato dei palloncini che, improvvisamente, lo fanno alzare nel cielo (!) per condurlo lontano in uno sperduto paesino dove cadrà - abbattuto da dei fuochi d'artificio - nel giardino di Glenda (Miranda Otto, "Le due torri"), vigilessa del locale villaggio, frustrata ragazzona cresciuta, figlia di hippies che le hanno lasciato in eredità una vecchia motocicletta. Tra la vigilessa e l'australiano volante - ovviamente - si crea un'intima intesa che reggerà fino alla fine del film, nonostante i tentativi della scoppiettante Trudy di riprendersi il suo uomo, nel frattempo diventato una celebrità nel Paese dei canguri.
Che dire di questo film del regista Jeff Balsmeyer (alla sua seconda fatica come regista, ha anche collaborato - non accreditato - agli storyboard di "Lantana")? Un'opera dalla trama decisamente - (troppo) - fantasiosa che lascia di stucco per la scontatezza dei contenuti e la prevedibilità degli sviluppi. L'idea di libertà che alberga nel protagonista è quella che potrebbe avere un bambino di cinque anni. Lodevole nel pargolo ma decisamente irritante in un adulto con tanto di barba e baffi. Ma anche a non voler considerare gli aspetti contenutistici, e rimanendo nei confini della commediola brillante, il film non offre mai uno spunto di originalità ed il ritmo blando non giova assolutamente allo spettatore già di per sé duramente colpito dal vedere dei palloncini alzare in aria un peso di circa 100 chilogrammi (sdraio compresa). Anche gli attori non brillano. Mirando Otto, costretta in un ruolo angusto e privo di spessore, sembra un pesce fuor d'acqua e Rhys Ifans è capace al massimo di un paio di espressioni: "Sono contento"; "Sono triste".
Film balneare, e tale rimarrà (per fortuna).
Daniele Sesti
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