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PeterlooLa recensione del film a cura della Redazione di FilmUP.com di Leonardo Mezzelani31 agosto 2018Voto: 8.0
Merce rara sono i film in costume, in particolare quelli ben fatti e convincenti. Ancor più rari sono i registi capaci di reggere la prova con il racconto storico. Ecco che portare sul grande schermo il massacro di Peterloo una delle poche opzioni valevoli non poteva che essere Mike Leigh, dopo il meraviglioso Turner.
L’Inghilterra è riuscita ad uscire vincitrice dalle Guerre Napoleoniche, ma ogni guerra porta dietro di sé degli strascichi e, dopo la battaglia di Waterloo, il paese è nel caos. Tra un re assenteista e nobili pronti a rosicchiare qualche briciola di potere in più c’è un popolo che comincia a prendere coscienza di sé ed è pronto a ribellarsi. L’apertura del film è proprio lì sui campi di battaglia di Waterloo, mostrati con splendidi campi lunghi. Tra la distruzione e la vittoriosa morte c’è un giovane soldato che non smette di suonare la tromba per i suoi. Deposte le armi inizia il suo viaggio verso casa, barcollando, a piedi facendosi simbolo per lo spettatore del destino del suo paese. La sua famiglia è una di quelle che seguiremo per tutto il percorso che porterà alla nascita del movimento reazionario che poi si concretizzerà nella marcia pacifica verso Manchester, per chiedere il suffragio universale maschile. In “Peterloo”, come già detto, a contrastare una classe nobiliare statica e rigida (composta da politici, medici e sadici giudici) c’è un popolo cosciente del presente, con pochi studi alle spalle ma grande voglia di imparare, mettersi in discussione. È così che la gente comune comincia ad informarsi, fare piccoli comizi per discutere sui loro diritti, su come poterli ottenere e rafforzare. In questa giostra si avvicenderanno vari personaggi, ognuno mosso dai propri interessi, dai propri ideali. Anche tra la fila dei “buoni” Mike Leigh ci mostra varie sfaccettature, come a dirci che ad un nobile ideale non corrisponde necessariamente un animo altrettanto nobile. Nell’arco di questi 153’ l’elegantissima regia culla lo spettatore, lo accompagna in un’Inghilterra pre vittoriana che non vedevamo così bella sul grande schermo da tanti anni. “Peterloo” ci racconta la storia come un’opera d’arte in un museo, ci riempie gli occhi con immagini e narrazione che rimandano inevitabilmente ai capolavori del nostro Roberto Rossellini. Bisogna ammettere che la lunghezza del film e la sua eccessiva verbosità, non rende la visione estremamente facile, non è difficile perdersi tra gli intricati e pomposi dialoghi dei comizi. Fino all’arrivo del tanto atteso (si fa per dire) massacro del titolo, il ritmo del film è molto lento, forse troppo. Eppure al momento della carica della cavalleria sui manifestanti non si può non rimanere colpiti dalla precisa ricostruzione del tutto. Una dolorosa gioia per gli occhi, il manifesto di un’umanità incapace di non uccidere, ma anche di un’umanità che non vuole arrendersi. Lo sguardo di un re che fa tutto, fuorché occuparsi dei suoi compiti, lo sguardo di una madre che ha perso tutto, fuorché la speranza. I FILM OGGI IN PROGRAMMAZIONE: In evidenza - Dal mondo del Cinema e della Televisione. |
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