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Pericle il Nero

La recensione del film a cura della Redazione di FilmUP.com

di Roberto Leofrigio2016-05-15
 

  • Foto dal film Pericle il Nero
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Stefano Morandini porta al cinema per la prima volta la trasposizione de “Il Pericle Nero”, libro pubblicato nel 1993 da Giuseppe Ferrandino con lo pseudonimo di Nicola Calata. Questo progetto è rimasto nel cassetto di tanti registi, per citarne uno Abel Ferrara, che pensava proprio di affidare la parte a Riccardo Scamarcio e proprio grazie all’interessamento dello stesso attore ni panni di produttore, insieme alla compagna Valeria Golino, il progetto è andato finalmente in porto.

Il taglio più internazionale di un’ambientazione europea tra Liegi e Calais rispetto alla Napoli del corrispettivo letterario ha contribuito sicuramente a far alzare la soglia di attenzione verso quest’opera anche da parte del Festival di Cannes, che lo ha selezionato come unico italiano nella sezione Un Certain Regard.
Riccardo Scamarcio ha dovuto fare un notevole sforzo per cercare di imbruttire se stesso, ma soprattutto per entrare nei panni di un mafioso o meglio un camorrista, che gestisce numerose pizzerie in Belgio e viene usato per inviare precisi messaggi a chi non vuole pagare il pizzo alla criminalità organizzata senza l’uso delle armi, ma stordendo la vittima con un sacchetto di sabbia e abusando di questa. Pericle, infatti, ha una vita squallida in cui a tempo perso si diletta anche come porno attore grazie alle proprie doti, anche se il denaro non gli manca. Partendo da qui il regista e Scamarcio hanno svolto un lavoro per portarci dentro la storia del protagonista, che commette un errore e mette a rischio la sua stessa vita. Sarà però l’incontro con una donna divorziata e i suoi due bambini ad aprirgli il primo spiraglio di luce in una vita nera come il titolo del film.

Ci troviamo di fronte ad un noir italiano particolare, ma di grande efficacia. Riccardo Scamarcio che già aveva fornito prova di una crescente maturità artistica con “La prima luce” di Vincenzo Marra e dopo aver preso il largo a Hollywood con produzioni insieme alle grandi star internazionali come né “Il Sapore del Successo”, riesce anche questa volta condurre l’intero film in porto senza sbavature.
Lo sforzo maggiore, infatti, è stato quello produttivo, poiché lo stesso attore idolo delle teenager nostrane ha svelato che ha impiegato ben due anni per mettere a posto tutti i pezzi della produzione che può contare anche sulla consulenza artistica dei fratelli Dardenne.

Venendo alla pellicola, la storia si divide in tre atti: l’introduzione di Pericle, la sua fuga e un finale atipico per un noir, perché in realtà quello che viene mostrato nel film è la storia della solitudine di un uomo. Un ottimo prodotto da esportare anche all’estero e che conferma le capacità di Scamarcio di tirare fuori una performance che lo ripaga parzialmente di tante critiche (spesso) gratuite.
Le qualità di Scamarcio e degli altri produttori lasciano anche ben sperare sul futuro di un certo cinema di genere, anche se in realtà il noir è soprattutto nel titolo e, proprio per la sua capacità di sorprendere, merita di essere visto.


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