Passione sinistra
L'ideologia, l'ideologia
malgrado tutto credo ancora che ci sia
è la passione, l'ossessione
della tua diversità
che al momento dove è andata non si sa
dove non si sa, dove non si sa.
Giorgio Gaber
Sulle note di Giorgio Gaber si apre una finestra sul mondo di giovani ideologismi che nella protesta occasionale all’autorità, inneggiano all’amore libero nel furgoncino alla guida della manifestazione. Giovanna, in arte Nina, è un’ecologista convinta che si nutre di passione politica e ideali ancora puri, immolandosi a qualcosa di più dell’etichetta che la vuole pienamente aderente a certi canoni radical chic. Il compagno Bernardo è un intellettuale dalla vena artistica, che coniuga più volentieri alla seduzione del gentil sesso che nello sciorinare belle parole per il prossimo romanzo. Insieme condividono tutte le belle convinzioni di quell’apertura mentale votata alla tolleranza, all’uguaglianza e all’idealismo che si corrompe nel momento stesso in cui trova occasione di adagiarsi al terreno del mondo pratico, fatto di compromessi, debolezze, turbamenti. Tuttavia, il vento di cambiamento non necessariamente porta con sé perle negative. E il destino beffardo arriva a rimescolare le carte in tavola per una nuova partita, dove le regole, stavolta, si sovvertono sui toni di una passione di tutt’altro genere. Quella dell’amore. Solo così Nina può cadere vittima di un’inspiegabile tentazione psicofisica che la getta tra le braccia di Giulio, un agguerrito scalatore sociale che parte maschilista tenace e inciampa nei fervidi discorsi di Nina. Personificazione dei propri opposti i due si scatenano in una lotta molto più alla pari di quanto non vogliano ammettere.
Ai rispettivi fidanzati tocca invece incontri di fortuna, più legati alla smania di un desiderio di novità e rivoluzione di chi non ha ancora trovato la propria strada.
Con Passione sinistra Marco Ponti torna alla regia di una commedia dai toni scanzonati, che declina l’impianto socio-politico in un gioco di parti che vuole dare speranza a chi resta strenuamente ancorato a certi desueti schemi mentali.
Attivo nel campo cinetelevisivo come in quello teatrale, il regista mette insieme un cast tanto affiatato da sorprendere, dato l’attuale contesto cinematografico contemporaneo in cui si inscrive la pellicola. Lontano dai facili buonismi, i luoghi comuni e una buona dose di paternalismi da classica sceneggiata melò, Ponti torna alla regia per divertire al di là del moralismo cui che certa commedia contemporanea sembra confinata.
Passione sinistra, letta nella chiave di una trama sentimentale che rifugge nessi sofisticati, si inserisce volutamente nella leggerezza di chi è pronto a reinventarsi. Solo in questi termini si potrà godere di questa visione, imprevista nell’assecondare quei desideri confinati spesso nella freschezza dell’età giovanile, ma in cui alla fine tutti sognano di cadere prigionieri.
La frase:
"Gli ideali andavano di moda negli anni Sessanta. Proprio come i Beach Boys".
a cura di Marta Gasparroni
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