Il labirinto del fauno
Cannes - Presentato l'ultimo giorno del Concorso ufficiale (quando ormai i giochi erano fatti) e ignorato praticamente da tutti "Il labirinto del fauno" di Guillermo Del Toro è in realtà un film molto bello e affascinante, che conferma, ancora una volta, quanto sia difficile fare cinema fantastico ed essere contemporaneamente presi sul serio. Del Toro, che proprio a Cannes presentò il suo primo film "Cronos2 vincendo il Mercedes Benz Award nel 1993, ha già dimostrato il suo innato talento visionario con film quali "Mimic", "Hellboy" e l'inedito in Italia "The Devil's Backbone". Proprio quest'ultimo titolo - una storia di fantasmi ambientata nella Spagna del 1939, in piena Guerra Civile - rappresenta l'inizio di una "trilogia spagnola" che il regista messicano completerà a breve con un film che dovrebbe intitolarsi "3993" e che si svolgerà nella Spagna del 1990. "Il labirinto del fauno" rappresenta, quindi, il film centrale di questa trilogia fantastica sulla Spagna precedente, contemporanea e successiva alla dittatura di Francisco Franco. La storia si svolge nel 1944, la Guerra Civile è appena terminata e la bella Carmen (Ariadna Gil) si trasferisce, insieme alla figlioletta Ofelia, nella casa del nuovo marito, il Capitano Vidal (Sergi Lopez). La piccola Ofelia, disturbata dalla disumanità di Vidal (crudelissimo fascista al soldo di Franco) trova rifugio in un antico labirinto nascosto in mezzo al bosco e governato da Pan, un fauno che le confessa di essere la reincarnazione della loro Principessa. Con questa toccante fiaba per adulti, sempre in bilico tra realtà (l'orrore della dittatura) e immaginazione (il mondo fantastico del labirinto) Del Toro esplicita tutto il suo disprezzo per un epoca ed un'ideologia che ha rappresentato "la perversione dell'innocenza, dell'infanzia e quindi la morte dell'anima" per un'intera nazione. Giudicando (a ragione) gli effetti digitali troppo freddi e distanti, il regista messicano si è affidato al caro e vecchio make-up e all'animatronic per dare vita ad alcune creature veramente spettacolari come il surrealista Pale Man, un inquietante mostro lattiginoso mangia-bambini che però scompare se paragonato alla crudeltà del Capitano Vidal, un mostro molto più concreto. Completano l'opera un cast ispiratissimo e una colonna sonora da brividi: altro che Narnia!

La frase:
- Vidal: "Dite a mio figlio che suo padre è morto..."
- Mercedes: "Tuo figlio non saprà mai della tua esistenza!".

Paolo Zelati

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