Palabras
Per gli spettatori le "palabras" (cioè "parole" in spagnolo) probabilmente più importanti di Corso Salani sono legate alla sua bella prova d'attore nel "Muro di Gomma" di Marco Risi (eravamo nel 1999); altre invece sono le parole che danno il titolo al suo settimo lungometraggio come autore.
Cioè, nella fattispecie, quelle che Adela (Paloma Calle) offre in quel di Santiago del Cile alle sue amiche Natalia e Susana fra partite di hockey, nuotate e cene.
Militante in un organizzazione ambientalista, Adela un anno prima arriva ad Antuco, uno sperduto paesino sulle Ande, per impedire la costruzione di una diga. Della missione fanno parte anche i colleghi italiani Mario e Flavia, coppia nel lavoro e nella vita, e italiano è anche Alberto (lo stesso Salani), l'ingegnere che si occupa del cantiere della diga: dopo la diffidenza iniziale dovuta ai rispettivi ruoli, fra i quattro si instaura una forte complicità e fra Adela ed Alberto nasce una storia.
Sullo sfondo di una natura selvaggia e bellissima, fatta di acqua, rocce e vento, Adela si innamora; ma quando il progetto della diga prende corpo e gli italiani partono, le rimangono i ricordi e la nostalgia di un'esperienza intensa che probabilmente l'ha trasformata.
Concepita come un alternarsi continuo di presente e flash-back, la sceneggiatura di Salani (scritta a quattro mani con Monica Rametta che nel film è Flavia) fra qualche semplificazione narrativa di troppo, prova a portarci per mano dentro l'anima femminile di Adela.
Il regista, sfruttando la versatilità linguistica sua e dei suoi attori, gira in presa diretta in spagnolo e spesso muove a mano la macchina, che nel corso della pellicola è sempre impegnata ad inseguire nei dettagli e nei primi piani il vissuto minimalista dei protagonisti.
Costruito intorno alla luminosa energia di Paloma Calle (che aveva già lavorato con Salani nel precedente "Corrispondenze Private" del 2002), "Palabras" è un film leggero e gentile, il cui limite forse è di immergere lo spettatore in un atmosfera monotonica che raramente spicca il volo; ma ha il pregio, come ricorda il complice-produttore Gianluca Arcopinto, di raccontarci in assoluta libertà espressiva, fuori da mode e trend commerciali, l'amore fragile di una donna e le sue "palabras" per un uomo che l'ha abbandonata e che non vedrà mai più.

Massimiliano Morini

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