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Il fuoco della vendetta - Out of the Furnace











Russel Baze lavora in fabbrica dalla mattina alla sera per poter mantenere se stesso e per pagare I debiti del fratello Rodney. Condannato per omicidio involontario, quando all’uscita dal carcere si trova ad aver perso tutto, compreso il fratello, ucciso da Curtis DeGroat, Russel si concentrerà sulla vendetta a tutti costi.
Il film diretto da Scott Cooper portava con sé grandi aspettative, almeno per la presenza nel cast di importanti nomi come Christian Bale, Casey Affleck, Woody Harrelson, Willem Dafoe, Zoë Saldana, Sam Shepard e Forest Whitaker. Invece si colloca nell’area del “già visto troppe volte”. Affrontare insieme i temi della provincia americana e della vendetta privata richiederebbe ormai un approccio che porti qualche novità, dal momento che i due argomenti vanno da sempre a braccetto, in un’infinita quantità di film che non sono altro che l’uno la fotocopia dell’altro. Ma qui la sceneggiatura è così scontata e prevedibile che non è un’impresa ardua indovinare cosa succederà nel giro di pochi minuti. L’inefficienza della polizia non stupisce più nessuno, la cattiveria animalesca del cattivo di turno non diverte né incute timore, il soldato tornato dall’Iraq che non riesce a esorcizzare la violenza, annoia e basta. Durante la proiezione al Festival di Roma a regnare era la noia di una sala che sapeva esattamente come si sarebbe concluso il film. Non c’è nulla di eccessivamente sbagliato in “Out of the furnace”, se si esclude forse la piattezza di molti personaggi, ma non c’è nemmeno nulla che lo liberi dalle catene della totale inutilità. Dove può risiedere l’interesse del pubblico? Esclusivamente nel cast, probabilmente.
Si tratta in ogni caso di un film pulito, purtroppo. Dico “purtroppo” perché il lavoro di levigatura che ha subìto la pellicola le ha tolto la possibilità di essere più grezza, più sporca, più vicina allo squallore della vita dei protagonisti, in poche parole più reale. In questa “pulizia” la regia è a modo suo impeccabile, nel senso che non commette errori, ma sempre nel contesto dell’ordinario senz’anima.
Non essendo “Out of the furnace” affatto appassionante, la sua eccessiva durata (quasi due ore) non fa che aumentare il numero di sbadigli, rendendo faticosamente sostenibile una trama sopportabile in un’ora e mezza. Pochissima tensione, poca partecipazione e tantissima noia. Questo è ciò che rimane dopo la visione del film.
Infine, un pensiero ai poveretti che hanno speso 25 euro per assistere alla prima con gli annunciati Christian Bale e Casey Affleck, ma che al loro posto hanno trovato (inspiegabilmente) Maria Grazia Cucinotta.

La frase:
"We can get a shot at this guy".

a cura di Luca Renucci

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