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Ossidiana
Un misto di durezza e fragilità, proprio come la "Ossidiana". Fotoreporter di manifestazioni di lotta e della condizione delle lavoratrici, scrittrice e giornalista, co-fondatrice di "Studiaperti e Artisti Associati" per un anti-elitario rapporto col pubblico, autrice di video, cortometraggi, installazioni e regista TV, Silvana Maja si è ampiamente dedicata alla figura di Maria Palliggiano realizzando l’omonimo e premiato romanzo, un corto e infine questo film d’esordio. Un contributo, quello della cineasta, alla conoscenza di una pittrice - interna al fermento degli anni ’60, in un’Italia provinciale ed arretrata - della quale solo di recente è stato possibile fruire i quadri, chiusi in una cantina per 30 anni.
Sullo schermo, Maja – grazie anche all’impersonificazione piena di trasporto di Teresa Saponangelo – mostra alcune delle opere, anche con personali interventi grafici, e indugia su piccoli gesti e dettagli fisici, plasmando un ritratto su un doppio piano. Riguardo all’attività creativa, evidenzia infatti l’evoluzione stilistica di Palligiano verso un’astrattismo comprendente figure con una predominanza di femminile e maternità, la tempra passionale e morale con cui considerava il talento e l’accondiscendenza verso il pubblico ("un artista non può consolare, deve essere critico"), l’attività di insegnante - unica donna - all’Accademia di Bari, l’internità ad un gruppo d’avanguardia artefice di pubbliche, provocatorie performances, e infine l'isolamento ("partono tutti").
Rispetto invece alla dimensione umana, ne avvicina gli incubi e le visioni, l’attitudine eccessiva, litigiosa, "pericolosa per sè stessa" (da piccola aveva tentato più di una volta il suicidio, da adulta fu internata in clinica psichiatrica, sottoposta a farmaci ed elettroshock), i rapporti con l’anziano maestro che diventerà suo marito, sempre circondato da giovani donne, con l’allieva/assistente di lui e con il figlio, i primi anni lasciato al compagno, poi messo in collegio e trascurato a causa dei frequenti viaggi e del proprio disagio mentale. Un sentito, estetico omaggio.
La frase: "Come diceva Apollinaire, gli artisti sono uomini che vogliono diventare inumani".
Federico Raponi
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