Grazie Quentin perchè più di una volta hai reso le donne protagoniste, facendoci sentire orgogliose di essere rappresentate perchè ricche di compessità, di sfaccettuature emotive e caratteriali, perchè così ben definite dal regista forse più femminista che ci sia al momento, nel senso migliore del termine. E' irresistibile il killer Uma Thurman quando piange a singhiozzi nel finale (del vol.2, pardon) dicendo, immagino a Dio, "Grazie", perchè si è ricongiunta alla figlioletta che le avevano strappato prima di vederla nascere. Pazzesco, solo un grande genio riesce a conciliare, nelo stesso personaggio, e rendendolo credibile, contrasti del genere. Oltretutto con un film che ha parti di fumetto giapponese, di duelli western, di mirabolanti corse su moto, di combattimenti marziali un pò fumetto un pò con inquadrature genere Bruce Lee negli anni 70. Che meraviglia godersi un affresco simile visivo e sensazionale (nel senso che ci suscita sensazioni, tant'è che chi non lo soffre, reagisce sdegnato, ma mai indifferente), che meraviglioso parco giochi può essere il cinema con un maestro come lui.