Titolo film: |
Anonymous |
Opinioni presenti: |
9 |
Media Voto: |
7 - |
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Attenzione: nei testi delle seguenti opinioni, potresti trovare parti rivelatorie del film.
Il parere di Il Recensore, 28 anni, Firenze
Un film anonimo |
Voto 4 di 10 |
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Roland Emmerich fra alti come Indipence Day e bassi come 20.000 a.D. ci ha abituati all'intrattenimento puro. Film fatti di grandi storie epiche, visioni magnoloquenti, effetti speciali, distinzione netta fra bene e male, azione e adrenalina.
Agli antipodi del suo lavoro c'è invece questo film, Anonymous, quasi una lezione di storia alternativa (dico alternativa in quanto sfatata dai maggiori studiosi del tema, ma su questo non mi pronuncio). Lezione di storia che in un paio d'ore ci sciorina un paio di teorie e una sequela di personaggi abbozzati in un affresco semi-corale fatto di pochi pregi.
Fra questi senz'altro il sobrio Rhys Ifans che interpreta il compassato quanto ispirato Edward De Vere. Si salvano le belle scenografie, la robusta fotografia, un montaggio serrato e un inizio metanarrativo che strizza l'occhio al teatro.
Il resto no: Emmerich purtroppo maneggia una materia pericolosa cercando di instradarla sui binari della sua solita cinematografia da pop-corn movie; espone le vite dei suoi personaggi come in una monumentale epigrafe narrativa fatta di dialoghi roboanti, campi lunghi su città innevate, duelli, tradimenti, colpi di scena.
Purtroppo il risultato finale è tanto visivamente all'altezza quanto piatto nei contenuti: non c'è vera emozione, non c'è vero spettacolo e vera epica. Si segue la storia noiosamente come si legge un trattatello, ci si districa fra personaggi dipinti con poca verve, intrappolati in archetipi televisivi (di bassa televione però) e alla fine la storia, per quanto il tema sia interessante e fin troppo "facile", è consegnata allo spettatore senza la potenza a cui Emmerich ci aveva abituati. La potenza di una regia senza compromessi, che intratteneva e narrava con stile hollywoodiano ingenuo quanto divertente. Qui non c'è lo stile, resta il bel teatrino visivo e molta voglia di tornare a vedere Shakespeare in Love. Lì almeno i personaggi erano umani, non documenti.
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Questa opinione è stata scritta da:
Il Recensore
28 anni
Firenze. |
(22 Novembre 2011) |
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