Titolo film: |
The Beach |
Opinioni presenti: |
158 |
Media Voto: |
7 - |
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Attenzione: nei testi delle seguenti opinioni, potresti trovare parti rivelatorie del film.
Il parere di Dario, 39 anni, Firenze
Da rivalutare |
Voto 10 di 10 |
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Penso che a distanza di dieci anni questo stupendo film debba essere rivalutato, mi capita di rivederlo moltissime volte e carpire ad ogni passaggio un elemento inedito. Decisamente un marchingegno intricato e affascinante quello di Danny Boyle, figlio del Signore delle Mosche ma a suo modo personalissimo. Al di là di un marcato estetismo, tipicamente british, dalle riprese impeccabili alla colonna sonora modaiola ma assolutamente azzeccata, ci sono gli elementi tipici del regista, tra questi l'apertura misteriosa e mozzafiato la parte centrale di alienazione e follia, la chiusura catartica. Tutto fedelmente riproposto in The Beach, che soffre solo delle inevitabili imperfezioni che affliggono un'opera così ambiziosa e pregna di significati che solo le persone predisposte possono captare. Il film accusa forse il cinismo del regista, che sfrutta la prima parte appoggiandosi all'effetto devastante delle immagini e la voglia di fuggire insita in ognuno di noi. In realtà è un pretesto per la seconda parte, dove tutto viene decostruito, a partire dalla struttura narrativa all'involuzione atavica del protagonista. Qui il nostro eroe non diventa però un novello Tarzan, ma una trasfigurazione infantile delle fobie della società moderna, che culmina nel delirante momento in cui si sente addirittura protagonista di un videogioco. L'isola di per sè è un luogo meraviglioso ma alienante verso una società che non si è pronti ad abbandonare realmente (vedi la superspesa a co panghan). E' una vacanza prolungata o un nuovo stile di vita? Non è mai chiaro, ed è su questo dubbio che il regista cala una cinica e pessimista scure. Il messaggio è disarmante nella sua chiarezza: ritrovare la perduta armonia con la natura è un'operazione impossibile per l'uomo, e la nuova realtà lungamente anelata dell'isola diventa solo una gabbia da cui fuggire rifugiandosi in luoghi virtuali. Non è cambiato nulla... Il personaggio interpretato da Di Caprio con la sua debolezza e codardia rappresenta un Deux Ex Machina distruttivo in un contesto già precario, ma è soprattutto un involucro perfetto dell'uomo moderno, una figura dove tutti ci possiamo riflettere. Un uomo con i pollici quadrati perché gioca ai videogames. Il film non prende mai una piega decisa, non è un'avventura, non è un dramma, per assurdo non succede neanche niente di trascendentale, se si escludono gli effetti brutali di un contatto diretto (e voluto) con la natura e le sue leggi feroci. Così ecco che l'incidente agli svedesi riporta un po' tutti coi piedi sulla sabbia, rincarando la dose sull'annullamento dei valori della comunità, cioè quelli di aiutarsi reciprocamente in una nuova, paritaria, situazione... Tanta, troppa carne al fuoco per essere compresa da tutti, il finale però lascia un messaggio positivo e rassicurante, non banale, ma che non ho intenzione di spiegare, perché la risposta deve arrivare naturalmente dal cuore di ognuno di noi. Per non parlare poi della voglia di visitare quei posti idilliaci!
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Questa opinione è stata scritta da:
Dario
39 anni
Firenze. |
(9 Ottobre 2011) |
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