Titolo film: |
Valzer con Bashir |
Opinioni presenti: |
14 |
Media Voto: |
8.5 - |
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Attenzione: nei testi delle seguenti opinioni, potresti trovare parti rivelatorie del film.
Il parere di Ivan Mosca, 30 anni, Torino (TO)
Vero o falso? Non conta. |
Voto 8 di 10 |
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Sono andato a vedere Valzer con Bashir, il film di animazione sul massacro avvenuto a Beirut in Libano nel 1982, ad opera delle falangi cristiane Maronite contro la popolazione palestinese che non aveva evacuato la città. Dopo il film, estremamente poetico ed al contempo realistico, ci siamo soffermati a parlare, io ed i miei due amici con cui ho visto il film, ed abbiamo concluso che il lavoro di Folman rovescia la prospettiva classica dei film di guerra, non presentando praticamente mai il punto di vista dei “buoni” (combattenti o civili che siano), ma esclusivamente quello dei militari israeliani, osservatori privilegiati ed attori passivi del massacro, i quali non intervennero per fermarlo ma anzi stettero a guardare, increduli ma rispettosi degli ordini, in un modo simile a come fecero i gerarchi nazisti durante le persecuzioni ebraiche della seconda guerra mondiale.
Il giorno dopo uno dei due miei amici mi telefona e mi chiede secondo me quante persone furono massacrate durante l’eccidio. Io rifletto un attimo e faccio mente locale, cerco di dare una risposta verosimile, prendendo in considerazione i dati che avevo (ossia quasi nulli, esclusivamente quelli del film). Ho risposto che secondo me erano state uccise mille persone. Era vero. Il mio amico mi disse che lui se ne era immaginate molte di più. Ci siamo messi a discutere del perché, e mi sono reso conto che anche io se avessi letto il dato senza prima averci riflettuto mi sarei sorpreso. Eppure il film descrive certo un massacro, ma non mostra mai un gran numero di persone. Le uccisioni, crude come quelle di una guerra riproposta in modo molto realistico, sono poche. Eppure la sensazione che se ne ricava è che l’evento storico abbia riguardato decine di migliaia di palestinesi. Semplicemente le nostre menti hanno aggiunto dei particolari che il film non racconta, esattamente come fa il protagonista del film ricordando particolari inesistenti del massacro, dopo averlo rimosso per anni e averlo riportato alla memoria grazie ai racconti dei suoi ex-commilitoni, che nonostante tutto continuano a fumare marjuana per dimenticare.
Il pregio più grande del film è il tentativo di riportare alla coscienza collettiva la memoria di un evento storico che non si presenta come di per se stesso di enorme portata ma che è indubbiamente un genocidio a causa delle modalità con cui è avvenuto, protette, sorvegliate ed in un certo senso autorizzate. Un massacro di efferatezza molto intensa, ampliata dal tam tam mediatico dovuto al buon numero di giornalisti allora presente sulla scena. La cosa più interessante è che non è un film ideologico, non usa retorica esplicita, non presenta una condanna né un giudizio netto. Lo spettatore viene solo messo in guardia, spinto a farsi un’idea non tanto del passato ma del fatto che le decisioni politiche in materia di guerra hanno sempre delle conseguenze, che si deve scegliere se generare o meno. Qual è il senso di stare a guardare una guerra, dal vivo o dai media?
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Questa opinione è stata scritta da:
Ivan Mosca
30 anni
Torino (TO). |
(3 Febbraio 2009) |
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