Dopo 19 anni ritorna Indiana Jones ma lascia perplessi alcuni; bel film ma meno sprizzante rispetto agli altri. Sinceramente non dico che sia un capolavoro o all'altezza del primo film, ma questo quarto capitolo non è malvagio, anzi trovare dei film di avventura cosi ritmati è particolarmente raro nel cinema odierno Hollywoodiano. Spielberg dà al pubblico una bella storia piena di azioni veloci, piena di effetti speciali (dosando però il digitale) e ripropone al pubblico un'icona, invecchiata ma pur sempre un'icona che ha fatto la storia del cinema. Non so, ma quando nell'ombra si intravede la sagoma di Indiana, quando indossa il cappello e si gira verso lo spettatore non posso negare di essermi emozionato; Harrison Ford dopo delle prove opache ritrova lo smalto e ci dà un Indy invecchiato, ma sempre pronto a combattere (non più nazisti, ma russi questa volta). Una cosa apprezzabile è la grande quantità di riferimenti inseriti da Spielberg e soci ai vecchi film della saga: le situazioni più famose, come la fobia di Indiana per i serpenti le citazioni e le rimembranze di vecchie avventure, come la famosa arca dell’alleanza che possiamo scorgere all’inizio del film nel magazzino. Riferimenti che tendono a rendere questo nuovo episodio quasi un omaggio alla trilogia storica, piuttosto che una nuova avventura a sé stante quasi a pensare come qualche critico importante ha detto che sembra più un film in cui si sono divertiti più i nostri a girarlo che il pubblico a guardarlo. Il risultato finale è comunque più che meritevole e piacevole, meglio sicuramente del secondo film. I personaggi di supporto sono tutti più che validi, con una splendida cattiva Cate Blanchett che se la cava benissimo e che mette in difficolta il nostro Indiana. Un sano divertimento che ritrova la freschezza dei vecchi film dell'avventura.