Il dolce domani di Egoyan, canadese di origini armene, parla di solitudine e sofferenza, di rapporti umani difficili, ma anche di elaborazione del dolore, di speranza, di pace interiore e di amore per i figli. Tratto da un libro di Russell Banks ed ispirato ad un fatto realmente accaduto.
In una cittadina della Columbia Britannica, in Canada, l'autobus della scuola finisce in un laghetto ghiacciato e nell'incidente muoiono tutti i bambini ad eccezione della conducente e di Nicole un'adolescente , inchiodata su una sedia a rotelle.
Mitchell Stephens, avvocato, arriva nella città cercando di convincere i genitori delle vittime a farsi rappresentare da lui in una causa per ottenere un risarcimento danni.
Dietro l'apparenza cinica e maninoplatrice di Stephens, in realtà si nasconde un padre disperato per il destino della figlia, schiava della droga e, come la piccola comunità, alla ricerca di una risposta che possa aiutare a trovare pace anche quando si perde un figlio.
Non fatevi fuorviare da questa introduzione catastrofica. Il film traccia un cammino di speranza, costellato, si di momenti tragici, ma anche di momenti magici; la scena della figlia piccola in macchina, il racconto del pifferaio magico di Hamelin, la scena di chiusura. Offre piani di lettura diversi e diversamente profondi: il perenne tentativo umano di trovare una risposta razionale alla vita ed alle cose che succedono, un perché, un colpevole, l'amore tra genitori e figli, i rapporti umani, l'etica e la morale, ma anche la tradizione e l'eredità culturale filtrata delle origine armene di Egoyan.
Un film non certo pensato per passare una serata leggera ed allegra, ma tanto drammatico quanto, stupendo, poetico e profondo. Impegnato e certo non d'azione, ma mai lezioso o pesante, è stato meritatamente premiato a Cannes ed agli Academy Awards.
Un 8 meritato nella costellazione delle opere d'arte, in una scala che, senza intento provocatorio, non comprende i vari Vacanze di Natale xxx, etc.
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