Il film si regge sulla eccellente interpretazione di Nanni Moretti che rende credibile una storia quasi senza trama, tutta incentrata su questo uomo che - morta la moglie - trascura il lavoro per passare il tempo davanti alla scuola della figlia per tutta la durata delle ore scolastiche.Ecco il punto, secondo me, al dilà delle varie vicende lavorative e dei personaggi molteplici che sfiorano o si intrecciano alla vita di Pietro, il protagonista, il vero nuceo della storia è EDIPICO: padre e figlia si ritrovano soli dopo la morte della madre e moglie, che apparentemente non li sconvolge molto, e sono liberi di darsi al loro amore esclusivo, di vivere a pieno la loro relazione affettiva, senza terzi incomodi. Così l'ammirazione della bimba per lo zio (Alessandro Gasmann) è solo uno specchietto per le allodole, che storna l'attenzione dal più vero - e trasgressivo- oggetto d'amore, il padre. Anche il breve incontro erotico di Pietro con una donna affascinante che lui salvò dall'annegamento è del tutto marginale e condisce con un po' di sesso (ben fatto peraltro) una storia d'amore vero con la figlia. Molto naturale la recitazione della bambina e bravi gli altri attori.