Titolo film: |
La vie en rose |
Opinioni presenti: |
20 |
Media Voto: |
9 - |
Altre risorse sul film:
Trailer, Scheda, Recensione, Opinioni, Soundtrack, Speciale.
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Attenzione: nei testi delle seguenti opinioni, potresti trovare parti rivelatorie del film.
Il parere di Mariano, 20 anni, Bari
Non rimpiango nulla... |
Voto 10 di 10 |
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La storia, come si evince dal titolo italiano, è quella di Edith Piaf, anche se non è raccontata in ordine cronologico: il regista ha infatti operato una scelta molto particolare, e cioè di raccontare la storia della cantante in maniera filologica, affiancando i momenti di crescita artistica a quelli di declino fisico/psicologico.
Il risultato è magistrale: nonostante a volte si fatichi un po' a seguire il filo del discorso, alla fine del film tutto sarà collegato e ogni pezzo al suo posto.
Il film si apre con una caduta sul palco di Edith, una Edith vista di sfuggita ma già visibilmente al culmine della sua carriera e del suo male psicofisico. Questa contrapposizione sarà la base artistica del film: assisteremo così all'infanzia della piccola Edith in un bordello, allevata da un'amorevole prostituta; ai suoi "esordi" come piccola cantante insieme al padre saltimbanco; alle richieste di elemosina in strada e all'incontro con Leplée, che le cambierà la vita... e a seguire, alla carriera della Mome Piaf (come viene ribattezzata dal proprietario del cabaret). Pian piano conosceremo questa donna capace di essere forte e strafottente o dolce e remissiva alla "sua" santa protettrice.
Il film è reso stupendo soprattutto dall'interpretazione di Marie Cotillard: è incredibile vederla così incredibilmente credibile in tutte le fasi della vita della Piaf: ragazza dura, cantante di fama mondiale, vecchia piegata dal male.
Unico piccolo neo del film è forse il fatto che il regista abbia voluto avere alcune velleità artistiche basate sull'oniricità e le abbia intersecate in un film di stampo chiaramente realista: il risultato è che queste scene, a voi scoprire quali, seppur realizzate superbamente, stonano un po' nella filologica del film intero.
Il finale, accompagnato da una splendida canzone (e solo sull'accompagnamento musicale, mai inopportuno, ci sarebbe da applaudire a dismisura), è forse uno dei più potenti della storia del cinema, e lancia il messaggio che l'intera storia di Edith Piaf ha sviluppato nel corso del film; lo lancia in maniera così forte che lo spettatore ne viene colpito, lo fa suo, e con un po' di enfasi potrei dire che ad alcuni potrebbe addirittura aprire gli occhi sulla propria esistenza: della vita non va rimpianto niente, nè bene, nè male.
Un film emozionante, meraviglioso, che fa capire che, per nostra fortuna, il cinema non è ancora morto.
Unico piccolo appunto: perchè cambiare il titolo originale nel banalissimo "La Vie en Rose", che peraltro ha poco a che fare con la tematica del film?
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Questa opinione è stata scritta da:
Mariano
20 anni
Bari. |
(11 Maggio 2007) |
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