Da quando il cinema italiano si è rintanato nella penombra delle due-camere-e-cucina capisco che si faccia difficoltà a riconoscere del "Cinema". Discutibile quanto si vuole, ma "Cinema", appunto. Bambola è "Cinema". Dall'inquadratura di apertura sul paesaggio del delta del Po con l'arrivo della Marini e la canzone di Patty Pravo. Bigas Luna inquadra il paesaggio delle barene, delle lagune, dei tramonti padani come nessun giovane regista improvvisato saprebbe fare. Gli attori sono all'altezza del compito. A cominciare dalla Marini che aderisce perfettamente al ruolo nella bellezza eccessiva dei suoi vent'anni, icona opulenta di un'Italia di altri tempi. Se fossimo in un altro paese un simile materiale umano sarebbe stato valorizzato come merita. La Marini potrebbe essere una Marisa Allasio più brillnate o una Sandra Milo del 2000. La trama? Ha poca importanza. E'la forma che conta. E Bambola è forma cinematografica indiscutibile. In un paese in cui non c'è scampo tra il presunto impegno e l'evasione più becera, Bambola è un film italiano insolito. Da apprezzare.