Per fortuna che ogni tanto il cinema ci riserva ancora qualche pomeriggio di sincero interesse! Formidabile la struttura visiva e narrativa di questo film, nobilitazione di una parola, “thriller”, che spesso suona come inquietante campanello d’allarme per robaccia in agguato. Invece no, non ho mai sentito tante congetture dietro la mia testa, come oggi. Il pubblico era attentissimo, magari qualcuno dormiva pure, ma quelli che c’erano usano tutti, ma proprio tutti i neuroni del cervello. Il merito sta tutto nell’aver creato una fitta trama di non detto, dalle vesti spoglie, ma splendidamente contorte. Bellissimo il movimento lento della vicenda, la completa assenza di musica, folgorante sensazione di essere dentro alla storia. Non so quante altre volte avremo l’occasione di spulciare nelle librerie dei protagonisti, avendo tutto il tempo di leggerci i titoli dei volumi esposti, stupendo. Ti senti davvero ospite della scena, assisti partecipe, guardi negli angoli, tenti congetture, sei spettatore e voyeur. Il tuo occhio ha la stessa velocità di quello del regista, la stessa prospettiva di quello degli attori. Ti piace, perché ci sei dentro, ti sforzi come un pazzo, perché la verità vuoi scoprirla tu, suggerirla ad Auteil. E non sai mai se la scena che osservi è in tempo reale, o un nastro registrato, e quindi vivi ancora di più sulle spine, e contorci le tue meningi. E il corridoio che ci porta sinuoso e angosciante verso il numero 47, io l’ho già visto. E’ lo stesso incubo dell’Overlock di Shining, la stessa sequenza, perché il gioco sta tutto nel accendere luci e spegnerle, per farci stare in angoscia. Wow, il tocco magico che adoro in Haneke, è la violenza brutale che ti spara nel silenzio più pacato. Il sangue che zampilla a fiotti nella più anonima delle stanze in penombra, ha un’efficacia portentosa. Rimasi impressionato da Funny Games, sono ammirato da questa nuova pellicola, è sempre lo stesso, bellissimo marchingegno. Non so voi, ma io sono fermamente convinto che le mille tesi accusatorie che ci siamo preparati sono tutte trappole in cui volutamente ci ha infilato il regista. E non a caso, lui non svela niente. E’ tutto un teatrino, in cui lui ci ha burattinizzati, magari non c’è proprio niente da nascondere…è scritto lì, nel titolo…
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