Complimenti al regista e agli attori! Paul Anderson è un grande come riesce a seguire la vita intrecciata delle persone tutte accomunate dal "rimorso" per qualcosa. Non so se il regista voglia metterci sull'avviso e indurci a non fare errori per il cui rimorso sarai condannato per tutta la vita, o se semplicemente fotografa la vita di San Fernando Valley con la didascalia "sono cose che capitano". Bravissimi gli attori: da Tom Cruise, il ragazzo che non perdona le sofferenze ricevute da un padre egoista ("non piangerò per la tua morte!") a Jason Robards: pensate a uno che deve fare la parte di un malato terminale di tumore ai polmoni e che morirà veramente l'anno dopo per lo stesso male... Bravissima Melora Walters nel confronto col padre (si capisce solo dopo perché è giustamente così decisa ad odiare il padre): è il personaggio che forse ha sofferto di più nella vita ed infatti il regista ha un occhio per lei e alla fine le dà consolazione (la madre torna da lei) e amore (il poliziotto non la lascia). La scena della pioggia delle rane la trovo efficace: durante la pioggia c'è la purificazione delle sofferenze (la morte per alcuni, il suicidio e la confessione per altri). Non mi piace tanto (sa di musical) la scena della bellissima canzone di Aimee Mann cantata all'unisono da tutti gli attori: in questa sequenza ognuno perde la sua personalità. Gli dò 9 stelle perché è un film molto intenso, bellissimo e lascia dei messaggi su cui riflettere