Le smorfie dei jim carrey che tanto fanno pensare a jerry lewis anche questa volta hanno colto nel segno, forse più che mai. ma rendere questo film davvero affascinante è il suo significato così profondo...é la storia di un uomo ormai deluso e amareggiato,il cui tempo di gloria è ormai svanito nella caduta di un procione. la sua vita è insensata, non sa che fare,ma a rimetterlo in carreggiata quasi per magia è l'arrivo di un messaggero che gli affida un'altra missione. dal flashback iniziale già si capisce che il film è tragico e tinto di ironia amara al pari di pirandello, un mix che si è rivelato perfettamente appropriato. la visione stoica della vita è qui ai massimi livelli: l'inadeguatezza della vita, ma la sua lotta per sopravvivere e sopportare tutte le avversità. anche il luogo scelto dal regista non è certo a caso:l'africa, il continente nero. é il luogo meno conosciuto, con più intemperie e pericoli, tanto da poter essere accostato all'anima, oscura e impercettibile. come dice calvino neelle sue lezioni americane la leggerezza è il togliere peso...ed è questo che fa il regista togliendo al film la sua pesnatezza inserendo la divertente mimica facciale ed espressiva di un jim carrey in ottima forma. davvero molto bello