Lo scozzese Sean Connery probabilmente ha ricoperto ruoli di protagonista in ogni genere cinematografico, tranne il filone dell’horror. Se mi sbaglio attendo con piacere di essere corretto da qualche altro appassionato. Anche con questo suo secondo film di fantascienza ( il primo fu ZARDOZ ), dimostra una maturità recitativa che in verità non gli è mai mancata. Come sempre intenso nelle sue parti, qui deve affrontare un subdolo e strisciante pericolo che non ammette salvezza o vie di scampo dell’ultimo momento. La condanna, in caso di fallimento, è immediata e definitiva. Proprio come recita il titolo. Chi lo ostacola, prima, e lo vuole morto subito dopo, deve solo riuscire a lasciarlo chiuso fuori dalla porta. Al resto ci pensa il Vuoto, quello di una gelida luna remota e aliena intorno a Giove. Le risorse del nostro poliziotto dello spazio non sono poi così inesistenti come si potrebbe pensare e tutto alla fine rientra nei consueti canoni del cattivo che perde. Interessante e un po’ fuori luogo il fucile a pompa che Connery tiene tra le mani. Un’arma pericolosissima in ogni situazione, particolarmente in un’enclave umana che cerca di sopravvivere in un posto come quello, così poco accogliente e circondato soltanto da Atmosfera Zero. Notevole.