Il film più audace di Hitchcock spaventa e rabbrividisce ancora addirittura chi lo conosce a memoria. Avendo genialmente trattato il tema dello sdoppiamento di personalità di un uomo dopo il matricidio mischiandolo altrettanto genialmente con le tristezze di una donna che per uscire dal proprio bunker e per aiutare l'uomo che ama arriva al punto di rubare, l'insuperabile Hitchcock in questo grande capolavoro ha raggiunto la vetta più alta di tutta la sua carriera. La paura e l'impressione provocate dalle scene clou allo spettatore sono talmente intense e realistiche al punto di conservare dopo più di 40 anni la medesima freschezza e spaventare ancora lasciando nel dubbio e col fiato sospeso pure quelli che già conoscono a memoria il film (come ho detto anche all'inizio), basti pensare alla celebre scena della doccia, la quale per essere resa talmente realistica come noi la conosciamo occorsero 72 movimenti di macchina, una controfigura di Janet Leigh, che nuda si sentiva a disagio, ma soprattutto una settimana di lavorazione; e l'assassinio di Arbogast? Chi lo conosce sa bene come è stata ottimamente realizzata la sua caduta dalle scale, e la tensione e il presagio di un'altra sciagura imminente verso la fine del film, con la scoperta di un corpo mummificato, e dove poi il "cattivo" viene finalmente smascherato e fermato. Anche se non sono un critico cinematografico, mi permetto ugualmente di dire che questo film non ha difetti, magari chissà, probabilmente qualche minuscolo errore involontario di quà o di là, e quale film al mondo non ne ha almeno uno? Forse l'unico difetto del film è stato quello per Anthony Perkins di non riuscirsi più a liberare anche nei futuri film del personaggio dello psicopatico. Della regia di Hitchcock cosa devo dire? Ormai tutto è stato detto, secondo la mia opinione é "incommensurabile", domina tutto il film senza tralasciare il minimo particolare, e sembra sentirsi a proprio agio senza problemi nel suo primo thriller horrorofico dove gioca al gatto e al topo con il pubblico, scegliendo di girarlo in bianco e nero per attenuare la violenza. Gli attori sono fenomenali, da Anthony Perkins a Janet Leigh che dimostrano di essere insuperabili, tant'è vero che nel remake di Psycho di Gus Van Sant, i futuri interpreti non riusciranno ad eguagliare la loro bravura. Sulla colonna sonora di Bernard Herrmann? C'è poco da dire, meravigliosamente "coinvolgente" e "sconvolgente". questo film ha rappresentato una scuola per molti altri registi che in futuro gireranno remake e seguiti: Psycho 2, non all'altezza del primo ma piacevole, Psycho 3, sotto alcuni aspetti deludente, ma ben interpretato e che ci farà respirare nuovamente la piacevole aria del cinema di una volta, il tv movie Psycho 4 e nel 1998 il bel remake di Gus Van Sant. Consiglio vivamente a tutti di visionare questo capolavoro, e spero che come Van sant, ci siano altri nostalgici che non realizzando remake, ma addirittura inventando creino opere simili in futuro.