Titolo film: |
L'avversario |
Opinioni presenti: |
16 |
Media Voto: |
7 - |
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Attenzione: nei testi delle seguenti opinioni, potresti trovare parti rivelatorie del film.
Il parere di Antonio, 40 anni, Siena (SI)
Quell’avversario insormontabile chiuso nella propria mente |
Voto 7 di 10 |
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Una vita fatta di menzogne, una perenne fuga dalla realtà in lotta contro l’avversario più sfuggente, se stesso. E’ la storia vera di Jean Marc Faure (nella realtà Jean Claude Romand), che all’inizio degli anni ’90 sfociò in Francia in una delle più tragiche stragi familiari della cronaca europea. Il film della regista transalpina Nicole Garcia, “L’avversario”, ne ricostruisce l’incredibile vicenda, incastrando abilmente fra loro i tanti piccoli e grandi episodi che permisero al finto medico per oltre quindici anni di vivere una vita mai esistita. Una menzogna nata da un episodio apparentemente futile, il mancato superamento di un esame universitario, ma che aveva finito per segnare la vita di un uomo da quel momento in poi alle prese con le perenni contraddizioni della sua mente. Un uomo che aveva cominciato a non accettare il suo primo, piccolo fallimento, finendo per trascinare con sé in quelli successivi tutte le persone che si trovavano sulla sua strada. Moglie, figli, parenti, genitori, amici. Tutti vedevano in Jean Marc una persona felice, un professionista affermato, un padre affettuoso. Ed è quello che Daniel Auteuil, che lo interpreta, mostra con straordinario talento anche allo spettatore ignaro, che scoprirà a poco a poco l’incredibile verità. Ma la cosa forse peggiore è che a essere travolto da tutto questo è proprio Jean Marc (o Jean Claude nella realtà), i cui atteggiamenti psicotici finiranno per armare la sua mano con freddezza e glaciale violenza. Jean Marc non poteva sopportare l’idea che le persone a lui tanto care potessero vederlo dopo tanti anni come una persona così diversa. Ed è per questo che le uccide. Nessuna traccia, nessun ricordo doveva rimanere di quella grande menzogna che aveva segnato tutta la sua vita. Il vero avversario contro il quale aveva da sempre combattuto, finendo per restarne irrimediabilmente schiacciato.
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Questa opinione è stata scritta da:
Antonio
40 anni
Siena (SI). |
(15 Aprile 2003) |
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