Questo film drammatico, diretto superbamente da un ispiratissimo David Lynch, narra di un uomo deforme (John Merrick) che viene tenuto semiprigioniero da un uomo senza scrupoli e mostrato come fenomeno da baraccone nelle feste di paese. L'abilità del regista nel far sentire partecipe lo spettatore è unica: non ci mostra da subito lo sfortunato uomo, dapprima di sfuggita, poi nella sua interezza; dopo una serie di soprusi e derisioni verso "l'uomo elefante" lo spettatore starà dalla parte di quest'ultimo. Si rimane esterrefatti per come alcuni esseri umani trattino male una persona solo perchè "diversa" da loro. Fortunatamente esistono persone come il dottor Treves (interpretato da un magistrale Anthony Hopkins), il quale si prenderà cura di John e lo amerà per quel che è: un ragazzo 21enne gentile ed intelligiente. Ottima l'idea di girare la pellicola in bianco e nero. Drammaticamente sublime la scena in cui John, nei bagni della stazione ferroviaria, grida alla gente presente che egli non è un animale, bensì un essere umano. Il film termina con la straziante scena (accompagnata musicalmente dall' "Adagio per archi" di Barber) in cui John decide finalmente di dormine come una persona qualsiasi. Voto: naturalmente, 10.
L'ho visto molti anni fa in piena notte, è stato uno dei più bei film che io abbia mai visto, nonostante l'ora tarda e nonostante l'abbia visto solo quella notte ricordo ogni parola. Molto spesso i film non li ricordo ma questo è un capolavoro autentico ed è indimenticabile.
Probabilmente la miglior performance registica di Lynch in tutta la sua carriera, migliore addirittura anche di Velluto Blu, la scelta di girare il tutto in una sorta di bianco e nero ha fatto si che ne venissero esaltati i tratti gotici di questa pellicola, purtroppo agli Academy Awards non furono di questo parere nel 1981 preferendogli la seppur ottima ma a mia opinione inferiore regia di Redford in Gente Comune...beh comunque è storia.
Cosa dire in merito ad Elephant Man, si può affermare che Lynch dopo Eraserhead continua la sua strada intrapresa nel buio della deformità umana, nel cinema di Lynch non tutto è quel che sembra (qualcuno fa ancora fatica a capirlo), in Elephant Man ci si trova dinanzi ad un "corpo/prigione" in cui è segregato un animo dolce e fanciullo nonchè estetizzante quale quello di Merrick (il suo amore per il vestir bene, per l'arte, per il teatro di Shakespeare ecc.), se Merrick è il “ripugnante che nasconde gentilezza” tutti coloro che lo circondano (ad esempio il padrone) sono immagine della “gentilezza che nasconde brutalità” questa visionaria visione dell'esistenza vista da Lynch non è da banalizzare come altri in precedenza hanno fatto.
Il fulcro di tutto è non tanto nella lotta di Merrick nel rivendicare la sua umanità, ma l'abilità di Lynch sta nel mostrarci l'evoluzione dei punti di vista di chi sta attorno a Merrick, uno su tutti il Dr. Treves che affascinato dall'idea di realizzare una vera e propria "impresa medica" con cui elevarsi nel rango dei medici, ebbene pian piano abbandonerà il suo intento per fare spazio a sentimenti più umani e di conforto per il povero malcapitato, tutto questo come gia ho ribadito in un contesto registico/fotografico fortemente gotico e con una qualità d'immagine davvero eccelsa.
Merrick non proverà affatto invidia per nessuno di coloro che lo circondano, che questo sia chiaro per tutti, è invece il manifesto di una continua lotta di un animo gentile ed educato come ribadito purtroppo prigioniero di una "scorza orrorifica", quello che vincola lo stesso Merrick è la gretta e chiusa visione sociale che suole vedere tutto come ripugnante=brutale e che non accetta eccezioni a questa concezione limitatrice.
Per concludere ribadisco….capolavoro assoluto del cinema e, sinceramente, tutti questi spunti di riflessione che alcuni hanno tremendamente e pateticamente banalizzato come deja-vu, ebbene oggi nel cinema odierno io non ne ritrovo e mai ne ho ritrovato nello stile unico come solo Lynch sa dare anche alle più piccole ed apparentemente insignificanti cose.
Ho avuto la fortuna di poter vedere qsto film al cinema, è straordinario.. me la ricorderò sempre la scena in cui John rivendica la sua umanità, a prescindere dal suo aspetto.. per me è stato un esempio di dignità, e non raccontiamoci delle favole, molte volte la dignità delle persone diverse è calpestata allegramente dai cosiddetti normali.
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(9/10)
