L'atmosfera. E' questo quello che mi colpisce. Le riprese dall'elicottero. La luminosita' di una citta' africana. Il non sense della guerra. E la politica, sfumata ma presente, con la saggezza che porta alla morte. Potrei pensare che il mio amore/odio verso gli USA si ritrova rafforzato dopo questo film. Perche' esserci?? E' giusto? Dopo l'11 settembre la parte amore mi esce piu' spontanea. I Signori della Morte sono in tutto il mondo e sono forti dove la gente è debole ed indifesa. La scena finale dei rangers che arrivano dall'altra parte della città e vengono accolti dalla nebbia e dai sorrisi e' cult movie, bellissima. Inutile dire che la fotografia e' splendida e le ricostruzioni molto accurate.Forse poteva essere data piu' umanità ai personaggi, ma la guerra purtroppo e' una macchina che li distrugge.
Non capisco perchè si debbano sempre cercare dei messagi più o meno reconditi nei film; soprattutto in quelli di azione come black hawk. oltre tutto, questa (bellissima) pellicola di guerra di scott ci mostra, direi asetticamente, un episodio infelice che ha coinvolto gli usa durante il loro intervento militare in somali. non ci vedo, insomma, nessuna propaganda a favore di una potenza "colonialista" (e finiamola una buona volta con questo antiamericanismo strisciante...), ma solo la cronaca fedele di un'operazione bellica nata male e finita peggio, magnificamente descritta da un grande regista e ben interpretata da attori ai quali, di certo, nessuno aveva chiesto un approfondimento psicologico che sarebbe stato fuori tema. e' poi accertato che le forze speciali usa coinvolte in quell'azione si siano comportate con grandissimo valore e professionalità, evitando il peggio; così come sono state evidenziate le gravi responsabilità di chi aveva pianificato l'operazione. se qualche spettatore ha nostalgia di registi come moore e di film come fahrenheit 9/11, si accomodi pure. fortunatamente siamo in un paese democratico.
Ridley Scott sa riproporre le magie di Blade Runnerattraverso questo film. La tensione fra i soldati prima dell' azione, le strade di Mogadiscio immerse nel caosdi una situazione che sta per esplodere in ogni momento,le riprese notturne dagli elicotteri, ed il dinamismodel montaggio che fa passare per incanto i 145 minuti dipellicola. Patriottico? Sicuramente, ma non riesco a capireil perchè di tanti che si affannano a capire la mentalità della minoranza etnica di un paesino di una landa sperdutacosa giusta, ma non sopportano a prescindere l' AmericanWill.Non perdetelo. E' sicuramente una delle pellicole piùavvincenti e concrete di questi ultimi anni.
Facile dire che questo film è un'americanata, o un capolavoro.
siamo tutti dei critici cinematografici come siamo tutti allenatori di calcio quando gioca la nazionale.
e' un film, molto realistico, su quella che è "la guerra".
e in guerra si muore, fischiano pallottole, razzi rpg, colpi di m60 e ak47, senza distinzione tra buoni e cattivi.
e dopo il filmato di rainews 24 sulla battaglia di nassiriya ("luca, annichiliscilo !!"), chi ha già visto il film lo riveda, e capirà che forse non è un capolavoro, ma neppure un'americanata dura e pura (si può sicuramente dire che i toni critici sono stati un po' ammorbiditi considerando che l'esercito usa ha fornito buona parte del materiale bellico, gli elicotteri, e perfino soldati che effettivamente parteciparono alla battaglia di mogadiscio, ma queste sono esigenze di budget, senza quell'aiuto, sarebbe stato un altro film, molto meno realistico), ma qualcosa di realistico, molto realistico, forse pure troppo .....
e' la guerra, è morte sofferenza e sangue, qualcosa di cui se ne farebbe volentieri a meno, ecco cosa dice questo film, secondo la mia modesta opinione .....
la guerra dove la vita delle persone vale poco o nulla, se è vero che ho dovuto vedere il film 2 volte per riconoscere gente come orlando bloom e ewan mc gregor, completamente "sfigurati" dalla divisa militare .....
e nessuno, dico nessuno, che in 200 commenti abbia sottolineato il fatto che in somalia si continua a morire nel 2005 esattamente come nel 1993, ma checcefrega, noi siamo qui davanti al pc a fare i critici da salotto, e intanto lì si muore.
buon natale a tutti, a ridley scott che dopo 8 anni ci ha ricordato una tragedia dimenticata (chi di voi sa dire che è siad barre, chi è aidid e chi è ali mahdi ?? un premio a chi risponderà esattamente), e buon natale anche alla somalia ......
Un film che all'apparenza sembra progettato per mostrarci la pura esteriorità della cronaca e nulla più, lasciando allo spettatore una serie infinita di interrogativi su cui poter riflettere. I personaggi sono completamente privi di spessore psicologico, sembra tutto molto banalizzato: da Ridley Scott mi sarei aspettato molto di più di una fredda e distaccata celebrazione della professionalità e dell'eroismo dei soldati americani; mi ricorda certi patacconi hollywoodiani anni 50 in cui era facilissimo distinguere i buoni (anzi, buonissimi) dai cattivi (anzi, cattivissimi). Eppure, c'è qualcosa di veramente grandioso nella capacità che Scott ha avuto di mostrarci attraverso tutto il film la realtà che troppo spesso la banalizzazione massmediatica ci nasconde: uno scontro fra culture, quella indigena somala, tribale e belluina, e quella del mondo occidentale, pragmatica e arrogante.
Alla fine, resta l'impressione che finalmente si sia squarciato il velo ipocrita che ricopre gli interventi "umanitari" nel terzo mondo: è guerra, è vera guerra, senza esclusione di colpi e senza quartiere. Scott sembra volerci ricordare che la guerra non si può combattere come una sfida fra gentiluomini, perchè sin dall'età della pietra la regola fondamentale è sempre stata una: si deve combattere cercando di infliggere al nemico il maggior numero di perdite possibili, con il minor numero di vittime dalla propria parte, utilizzando senza esitazione tutto quello che si ha a disposizione e senza farsi il benchè minimo scrupolo. Piaccia o non all'opinione pubblica, alla politica e a certi salotti buoni. Altrimenti si perde. E allora è meglio restare a casa.
Sarebbe il caso di riflettere su questi concetti.
Da questo punto di vista, il film è indubbiamente riuscito e se questo era il messaggio che voleva lanciare, allora abbiamo la conferma che Scott è un grande regista (ammesso che ce ne fosse bisogno).
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(7.5/10)
