La struggente melodia finale di Ennio Morricone richiama a un'epoca mitica, fatta di gente ruvida e solitaria, di sangue e polvere, di morte e miseria, eppure carica di ricordi meravigliosi. Consiglio di ascoltare questa musica nelle occasioni speciali, in compagnia delle persone care: sarà difficile trattenere la commozione.
Cosa dire di un film che racconta in maniera impareggiabile il tramonto di un'epoca, quella degli avventurieri solitari, cacciati dall'avvento della civilizzazione, e nello stesso tempo il tramonto del genere western che quell'epopea ha raccontato? Cosa dire di musiche meravigliose, attori di bravura straordinaria? Cosa dire di un regista che ha capito meglio di molti altri cosa deve essere davvero il cinema? Meglio non dire nulla, e dare solo il massimo dei voti.
Che dire...ci si può solo alzare in piedi ed applaudire idealmente un film che racchiude in sé tutta l'epica, la fantasia, l'avventura di un genere e di un'epoca straordinari. Una menzione a parte per le musiche di Ennio Morricone, il non plus ultra della sua straordinaria opera omnia.
Un cast fantastico per un film capolavoro; su tutti emerge la maestosa interpretazione del grande Henry Fonda, attore protagonista in ruoli attinenti a personaggi positivi e qui genialmente proposto da Sergio Leone come un super cattivo. Memorabile la sua entrata in scena, con la telecamera che lo inquadra alle spalle e poi con un movimento semi-circolare fa scoprire allo spettatore che l'efferato assassino ha il volto dell'attore più "buono" di Hollywood.
Questo film, come a volte è accaduto ai capolavori, è stato considerato inizialmente un semi-flop; solo dopo alcuni anni ne è stata capita la grandezza. Inutile soffermarsi sui vari Leone, Fonda, Cardinale, Morricone: l'apprezzamento verso di loro è unanime. Quello che emerge qui è il talento di un Charles Bronson che, a mio parere, a questi livelli non si è più ripetuto.