Un film particolare, di chiara origine orientale, direi completo in quanto viene presentata al pubblico ogni tipo di situazione, ogni tipo di sentimento umano. Si alternano immagini violente ad altre di profonda commozione, anche il lato comico fa la sua comparsa, e risulta ben riuscito anche grazie ad una mancanza di dialogo che è un po' il Leitmotiv del film. L'arte visiva è eccezionalmente eloquente ed è in grado di rappresentare ogni sfumatura del pensiero umano. La trama non è da meno, ma a mio avviso passa in secondo piano di fronte alla potenza dell'arte visiva.
Secondo il mio modesto parere, in un'epoca dominata da produzioni cinematografiche ispirate a videogiochi o fumetti o attrazioni da luna park dove l'unica ragione di esistere è l'azione e l'intrattenimento, Hana - Bi rappresenta certamente qualcosa di spiazzante e completamente controcorrente per molti. Ritmo lento, pochi dialoghi, poesia per immagini, elementi di una cultura come quella giapponese tanto affascinante quanto estranea ai più che forse non coglieranno l'essenza del film.
Una produzione raffinata in grado di far riflettere, ma ripeto, forse non per tutti.
mi sono bastati 5 min di film per capire che non è il mio genere lho visto tutto di controvoglia perchè cmq non mi piace vederli a metà... non so neanche come ho resistito... noia mortale
Non metto in discussione la bravura di Kitano, è molto difficile far apprezzare un film senza dialoghi ma che punta tutto sulla fotografia e sulla musica per enfatizzare il tutto..devo dire però non ho proprio notato tutta questa comicità di cui tanto si scrive, e la scena finale lascia alquanto perplessi (è tutt'altro che unica..). E' il senso del film in sè che non sono riuscito a capire, nasce e muore da solo e non ti lascia nulla: l'ho trovato molto simile ad altri dello stesso genere, sarà che non sono (e neanche sento di esserlo) un intenditore di cinema, ma a mio modo di vedere i film che meritano voto 10 sono altri.
(Tutto) Kitano è qui dentro. Hana-bi è certamente il punto più alto dell'opera di uno dei pochissimi inventori di forme del cinema degli ultimi anni. Un pamphlet sulla difficoltà di vivere di incredibile intensità; una profonda ed amara riflessione su vita, morte, amore e fratellanza. Qui K. raggiunge un equilibrio realmente perfetto tra tutti gli elementi caratterizzanti del suo cinema e le improvvise esplosioni di violenza non disturbano in alcun modo lo spettatore ma lo lasciano semplicemente stupefatto proprio come davanti a dei fuochi d'artificio nella notte (vedi una delle più belle sequenze del film).
I lunghi silenzi, la forte ricerca pittorica nelle inquadrature (sovente di fissità quasi fumettistica), l'assoluta impassibilità con cui il rosso del sangue esplode repentinamente tra i colori pastello che dominano la pellicola, la superba recitazione (Kitano, che pronunciando 5-6 battute in tutto il film regala un'interpretazione di incredibile intensità, è semplicemente straordinario) fanno di Hana-bi un capolavoro sicuramente degno di essere annoverato tra i migliori film degli anni novanta (e non solo).