Ogni volta che rivedo Accattone è un pugno nello stomaco. Penso non ci sia film più duro e spietato di questo in tutta la produzione pasoliniana: la totale assenza di una via di uscita per i protagonisti della vicenda, i luoghi tetri delle baracche in cui vivono, la condizione di ignoranza e rassegnazione alla miseria morale e materiale, la sensazione di trovarsi al di fuori dello spazio e del tempo, tutto questo contribuisce a creare un' atmosfera opprimente e claustrofobica per tutta la durata del film. Si tratta di quella parte di Italia costituita dal sottoproletariato che vive nelle periferie delle grandi città senza alcuna speranza per un miglioramento della propria condizione, a cui non resta che la morte come via di uscita da una condizione disperante. Lo stile di vita dei personaggi di Accattone è il "sopravvivere" giorno per giorno, non c'è alcun futuro che possa cambiarne le sorti o migliorarne la condizione, tanto che ogni buona occasione di riscatto viene prontamente annullata da una specie di istinto di "autoconservazione" che porta Accattone a rinunciare al lavoro e a prostituire Stella, una ragazza di cui si sta innamorando e con cui avrebbe forse potuto costruire un futuro. Lo strettissimo vincolo con la realtà costituito dagli attori per la maggior parte appartenenti ai luoghi e alle vicende del film, ribadisce con forza il concetto che essi non sono "rappresentabili" da nessun altro che da essi stessi in quanto soggetti incontaminati, puri, privi delle sovrastrutture imposte dalla società. Proprio per questo motivo Pasolini ha uno sguardo pieno di passione per chi rappresenta, forse in maniera paradossale e utopistica, l'unica speranza per la nascita e l'affermazione di una società nuova, tanto che nel film non si esprimono giudizi di condanna morale per chi ruba o per chi fa il magnaccia. Come dice lo stesso Pasolini si tratta di difetti di uomini che obbediscono ad una scala di valori "altra" rispetto a quella borghese, cioè "se stessi" in modo assoluto. Lo stile cinematografico di Pasolini è in questo film alquanto grezzo: il montaggio spesso "nervoso" alterna diverse inquadrature a ritmo elevatissimo, la fotografia è caratterizzata da una forte predominanza della luce, a tratti quasi accecante, abrasiva. Con questa pellicola Pasolini mostra un certo minimalismo espressivo dettato anche dalla quasi totale mancanza di una tecnica cinematografica che gli permette di esplorare la realtà in modo assolutamente nuovo e sicuramente efficace.